Sbiks Team: il trio vesuviano che rappresenterà il Sud Italia nella competizione internazionale “Red Bull Can you make it 2016”

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Tre amici, delle Red Bull e tanta voglia di avventura: sembrerebbero questi gli ingredienti per un viaggio borderline, ai confini delle comode abitudini della società moderna, avendo come unici supporti qualche bevanda ed il proprio ingegno.  Si tratta della competizione “Red Bull Can you make it”, un evento internazionale che la casa produttrice della nota bevanda organizza già da qualche anno a fini pubblicitari. A partecipare saranno 165 squadre di ragazzi e ragazze provenienti da ogni parte del mondo e lanciati in una sfida senza precedenti: intraprendere un viaggio di 7 giorni attraverso l’Europa, sprovvisti di telefono cellulare, soldi e documenti ed utilizzando come moneta di scambio delle lattine di Red Bull da barattare con cibo, acqua, accoglienza e tutto ciò di cui necessitano. In Italia sono state selezionate 10 squadre ma da Firenze in giù l’unico gruppo a partecipare sarà lo Sbiks team, un trio tutto vesuviano. Si tratta di Nunzio Fusco, ventitreenne di Poggiomarino, studente di pittura presso l’Accademia delle Belle Arti; Giuseppe Coppola, 22 anni di San Giuseppe Vesuviano studente del corso di laurea Controllo Qualità e Francesco Girardi, di Terzigno, anche lui ventiduenne e studente di Psicologia. “Essere scelti tra tantissimi gruppi è stata già una vittoria, ma essere l’unica squadra meridionale è un orgoglio per noi. Siamo fieri di rappr10421376_575851909237688_4664870538310842001_nesentare il Sud Italia, troppo spesso deriso, denigrato e ingiustamente criticato. Non a caso il simbolo del nostro team riprende il logo Borbonico del Regno di Napoli e delle due Sicilie per evidenziare il profondo sentimento di appartenenza che ci lega alla nostra terra, quelle radici meridionali che in un modo o nell’altro hanno forgiato le nostre identità.”  Ci racconta il trio.

Le 165 squadre saranno divise in 5 grandi gruppi da 33 team ed ogni gruppo partirà da una diversa città Europea distante 1000 km da Parigi, che è la meta da raggiungere. Le città in questione sono Firenze, Praga, Barcellona, Edimburgo e Berlino. Ogni squadra avrà una lista di obiettivi da raggiungere e 6 chek point obbligatori. Saranno dotati di una telecamera con cui documentare le proprie avventure che saranno poi postate su facebook dalla Red Bull stessa, per permettere al pubblico di seguire il viaggio e supportare il team con i propri like. La somma del punteggio dato dal raggiungimento degli obiettivi preposti e dal totale dei like avuti sui social network permetterà ai team di aggiudicarsi o il primo premio internazionale, unico per tutte le squadre, consistente nella vincita di un budget pro-capite con cui effettuare un tour Europeo, oppure la possibilità di vincere un premio nazionale, uno per ogni nazione partecipante, consistente nell’assegnazione di un budget pro-capite di minore entità.

I tre rappresentanti partenopei partiranno da Praga il 12 Aprile e a pochi giorni dal viaggio ci dicono di non essere affatto spaventati. “Abbiamo più adrenalina che paura!” affermano entusiasti. Sono tutti appassionati della vita all’aperto ed effettuano abitualmente campeggi, escursioni, scalate e tutto ciò che permetta un contatto con la natura, con il mondo che è al di là del vivere comune, fuori dalle mura domestiche e dalla quotidianità vincolante della vita cittadina. Allontanarsi dalle distrazioni imposte dalla società e dalla tecnologia per riscoprire se stessi ed il proprio legame col mondo e con gli altri, in un dialogo interiore che attraverso la conoscenza di sé conduce alla consapevolezza del proprio essere e delle proprie capacità. Questo permette di vedere le cose in un modo del tutto rivoluzionario: non più ostacoli intorno ma stimoli. Il lato più importante della competizione per lo Sbiks team è dunque quello spirituale, riscoprire il proprio ingegno attraverso un viaggio che rifugge dalla sterilità tipica delle convenzioni odierne per aprirsi al dialogo, all’aggregazione sana e al rapporto con gli altri.  La stessa denominazione di “Sbiks” vuole rappresentare una negazione dei moderni canoni estetici sociali troppo spesso superficiali e fuorvianti ispirandosi alla filosofia Dadaista del 900: Sbiks, così come Dada, non significa nulla perché a nulla si ispira o si lega se non al concetto di libera creatività.