Dramma Eavbus, lavoratori proclamano sciopero della fame e della sete: “Dateci il nostro tfr”

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A cosa serve un tfr (il trattamento di fine rapporto, in pratica la liquidazione)? A fare investimenti, magari comprare case. A volte con i soldi del tfr si sposano i figli, a volte si fanno regali ai nipoti. Altre volte, purtroppo, vengono pagate le cure mediche: gli anni passano, gli acciacchi fanno capolino. In tutti i casi, il tfr resta un diritto. In Eavbus 200 lavoratori dal 2012 non lo ricevono. Si tratta di quasi 23 milioni, bloccati da questioni burocratiche e giuridiche. Soldi per i quali gli ex lavoratori stanno lottando: ieri in tre, in rappresentanza di tutti, hanno proclamato lo sciopero della fame e della sete, decidendo di stazionare giorno e notte al decimo piano della sede Eav di Porta Nolana. La scelta, dopo una giornata interlocutoria: sia in tribunale che in Prefettura hanno dovuto prendere atto che la soluzione per sbloccare i soldi è ancora lontana, nonostante più di 15 giorni si era aperto uno spiraglio: Eav aveva proposto di pagare il Tfr direttamente ai lavoratori, senza passare per il Fallimento. Per fare ciò, ha presentato un’istanza proprio al giudice del tribunale di Napoli che si sta occupando della vicenda. Quando, nel 2012, Eavbus fallì vantava, infatti, un credito verso Eav di circa 23 milioni, la cui causale è, appunto, il Tfr dovuto ai dipendenti. In sostanza quindi Eav deve pagare al Fallimento 23 milioni di euro per consentire al Fallimento di pagare il Tfr ai lavoratori. Una partita di giro che Eav vorrebbe evitare, dando i soldi direttamente ai lavoratori ed evitando di farlo al Fallimento. eavMa i tempi continuano ad essere incerti e per questo i tre hanno deciso di protestare: per riportare l’attenzione su una vicenda assurda. In attesa di sviluppi, i consiglieri regionali Mario Casillo ed Enza Amato esprimono loro la sua solidarietà: “Gli ex lavoratori dell’EavBus meritano rispetto. La Curatela fallimentare che si sta occupando della vertenza non faccia orecchie da mercante ed accetti la proposta avanzata dal presidente Umberto De Gregorio. Consideriamo questo silenzio assordante da parte della Curatela una mancanza di rispetto nei confronti degli ex lavoratori della società che si occupa di trasporto pubblico e che sono in attesa di vedersi liquidare il trattamento di fine rapporto.”