Anche se l’acqua è cheta, al ristorante del lido Scrajo la cucina cavalca l’onda dei sapori

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lo chef Giovanni Pastore con Elisa Scala e Emanuele Coppola

Acquacheta: un nome che rassicura. Anche quando si parla di cucina. Un nome che rilassa e mette in pace con il mondo; soprattutto in momenti di gravi problemi sociali. L’acqua calma, senza onde, è un porto tranquillo e sicuro. E al ristorante “Acquacheta”, del lido Scrajo di Vico Equense, i piatti che arrivano a tavola sono senz’altro rasserenanti, anche se ai fornelli c’è gran fermento e ci sono onde che vengono cavalcate lasciando una gustosa scia. La scia di chi ha le idee chiare e mette in pentola semplicemente i sapori del proprio territorio. Questo territorio che affaccia sull’incanto costiero ha origini contadine e quindi, gli ortaggi freschi, i pomodori di Sorrento, i latticini dei caseifici artigianali di Vico ed il rinomato provolone del Monaco sono gli ingredienti che formano il filo conduttore di tutto il menù che sa meravigliare con armoniosi piatti di mare che costituisce l’altra faccia di questo territorio. Mare e terra, dunque, vissuti come le due facce della stessa medaglia. Del resto il ristorante si trova nella suggestiva baia dello Scrajo lido, ultimo lembo di terra della macchia mediterranea che con le sue rocce caratterizzate da pini, ulivi, ginestre e piante di capperi riceve le prime onde del mare nostrum. Acquacheta, si trova proprio sul confine invisibile tra i due mondi diversi ma complementari e riesce ad esserne la sintesi a tavola.

pappardelle ripiene di ricotta e pecorino al ragu di polpo, nocciole e menta
pappardelle ripiene di ricotta e pecorino al ragu di polpo, nocciole e menta

Una sintesi ben riuscita grazie alla caparbietà di Elisa Scala che ha voluto arricchire l’esperienza paterna e grazie alla bravura dello chef Giovanni Pastore, aiutato da Emanuele Coppola, che ha saputo interpretare la natura del posto. E’ così che nascono piatti come le “Pappardelle ripiene di ricotta e pecorino con ragù di polpo, nocciole e menta”. La ricotta che ricorda le mucche al pascolo sulle collina vicane ed il polpo degli scogli della marina messi insieme con la pasta fatta a mano dallo chef. Ed è con la stessa filosofia che in menù si trovano i “Cavatelli con verdurine, gamberi rossi e pesto e di basilico”, gli “Scialatielli al nero di seppie con frutti di mare”, le “Linguine con alici, pomodorini , pinoli tostati e rucola” o gli “Spagolini allo scarpariello con provolone del Monaco” dove gli spagolini all’uovo, fatti a mano, sono una pasta che ha la forma che ricorda gli spaghetti ed i tagliolini. Anche gli antipasti hanno una spiccata personalità e tra parmigiane di melanzane, capresi e caponate, si fanno notare le “Alici in crosta di pistacchio”, l’“Arancino al ragù di polpo”, il “Pesce bandiera gratinato”, la “Tartara di salmone marinato agli agrumi e pepe rosa” e l’ “Insalata di scuncigli” un vero omaggio alla tradizione marinara più popolare. I secondi spaziano dal “Tonno scottato alle erbe aromatiche” alla “Zuppetta di cozze”, dai “Calamari alla brace” alla classica frittura di pescato fresco. Persino i dolci, con la “Mousse di yogurt e pesche” e la “Torta caprese”, ripetono il ritornello di un locale che ha saputo trovare la sua strada e la propria identità. Identità forte. Identità impressa anche a tutto il resto della struttura, al bar e allo stabilimento balneare, dalle quattro cugine, Teresa e Paola Savarese e Nuccia e Elisa Scala, che come antiche sacerdotesse gestiscono l’invisibile confine con la consapevolezza che sono le custodi di quanto di più buono sa donarci questa terra e questo mare.

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