Stalking, Ewa Litwin si racconta: «Dopo Enza Avino, sarebbe potuto toccare a me»

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Ewa Litwin

Ewa Litwin, vittima di stalking e intimidazioni che sono sfociati in un tentato omicidio da parte dell’ex fidanzato Luigi Iervolino, a circa un anno di distanza ha deciso di raccontare la propria storia per invogliare tutte le donne vittime di stalking a combattere i timori che le affliggono, denunciando ma se necessario anche trovando soluzioni alternative.

La 34enne di origini polacche ha quindi deciso di raccontare la sua storia d’amore con Luigi Iervolino, dagli albori alla fine:
«Ho conosciuto Luigi tramite amici, circa una settimana dopo la mia venuta in Italia nel 2001 – racconta Ewa – allora lavoravo in una fabbrica di confezioni, e appena ci siamo conosciuti ha iniziato a corteggiarmi. La nostra storia è durata quasi dieci anni, ma ha continuato a perseguitarmi per oltre cinque anni».

Ewa ricorda che non c’erano stati problemi all’inizio, ma dopo cinque mesi iniziarono a crearsi crepe profonde nel loro rapporto, crepe che hanno trasformato un idillio in un inferno:
«Era sposato sin da quando ci siamo conosciuti, ma sono venuta a saperlo cinque mesi dopo, e per questo ho deciso di tornare in Polonia. Lui è venuto a prendermi fin lì dicendomi che erano già separati, che non stava bene con sua moglie e che presto avrebbero divorziato».

Tali promesse si sono ripetute per dieci anni e quando Ewa decise definitivamente di lasciarlo fu vittima di continue violenze per altri cinque anni, continue violenze fisiche di cui ha portato i segni per mesi e incessanti vessazioni che hanno annullato il suo ego durante quegli interminabili dieci anni.
«È stato un periodo buio della mia vita, vivevo nella paura, ogni volta che camminavo per strada mi guardavo intorno impaurita. Appena è stato condannato mi sono sentita finalmente libera» racconta Ewa sorridendo, probabilmente per aver superato quel tragico periodo.

Con la condanna dell’ex ragazzo confessa di essersi sentita come rinata, condanna che però è stata tutt’altro che semplice da ottenere:
«Nel 2012 l’ho denunciato per la prima volta, ma non è stato preso nessun provvedimento dopo la denuncia. Successivamente Luigi ha rubato la mia auto, e quando ho sporto l’ennesima denuncia, informando chi di competenza addirittura dov’era la mia auto, ovvero a casa sua, non è stato mosso un dito. La situazione è poi diventata più tesa dopo la morte di quella giovane ragazza di Terzigno – riferendosi al tragico evento dell’omicidio di Enza Avino commesso dal fidanzato Nunzio Annunziata – e due giorni dopo Luigi mi ha aggredito con un cacciavite mentre io ero in macchina con una mia amica, minacciandomi di “farmi fare la fine di quell’altra”».

Ewa inoltre descrive minuziosamente le dinamiche del tentato omicidio di cui è stata vittima:
«Prima di aggredirmi ha urtato di proposito la mia auto con la sua, nella speranza che io scendessi, a questo punto la mia amica ha acceso l’auto e siamo scappate, ma Luigi ci ha inseguito e, dopo averci bloccate, è sceso ed ha tentato di aggredirmi con un cacciavite, ma per fortuna sono arrivati i carabinieri, che prontamente l’hanno ammanettato. È stato poi condannato ai domiciliari ma dopo una settimana è evaso per venire a cercarmi, fortunatamente però è stato arrestato nuovamente prima che arrivasse a casa mia, ed è stato condannato a due anni e quattro mesi».

Ewa, conclusasi la tragica vicenda, è stata poi invitata alla nota trasmissione televisiva “Pomeriggio 5” per spiegare l’accaduto, ma è stata delusa dal trattamento riservatogli dalla conduttrice Barbara D’Urso:
«Non mi è piaciuto il trattamento che mi è stato riservato da Barbara D’Urso, mi ha fatta sentire come una sfasciafamiglie, si è schierata dalla parte della moglie senza informarsi bene sull’accaduto».

La donna ha successivamente deciso di trasferirsi in Canada, ospitata a casa della sorella, per “cambiare aria”.
Il motivo di questa sua decisione drastica è dovuta soprattutto, come gran parte delle sue decisioni in quel periodo, alla paura del suo ex fidanzato, che era in attesa di giudizio:
«Ho deciso di cambiare aria e per questo sono andata per un periodo da mia sorella in Canada con una mia amica, precisamente nel Natale del 2015, quando non avevo ancora la certezza che Luigi potesse essere incarcerato», si è dunque trasferita con la stessa amica con cui ha condiviso la tragica vicenda e con la quale si è successivamente trasferita a Londra.
Il 10 Gennaio c’è stato il processo dell’ex fidanzato, che è stato condannato a scontare due anni e quattro mesi nel carcere di Poggioreale dove, dal momento della sua reclusione, ha iniziato ad inviarle alcune lettere in cui supplica la donna di perdonarlo.
In tali lettere si trovano frasi come: “Amore mio, io faccio parte della tua vita come tu fai parte della mia”.

Attualmente Ewa si trova a Terzigno per sbrigare alcune faccende private, ma tra pochi mesi ha deciso che ripartirà per Londra, lasciando che la caoticità della vivace città metropolitana funga da medicina per il dolore che ha patito per oltre cinque anni.

Un solo appello a tutte le donne vittime di stalking da parte di Ewa:
«Le donne sicuramente devono parlare, e non nascondere o vergognarsi, perché è l’unico modo per vincere la paura, che inevitabilmente è presente. Quindi non ignorate la paura ma combattetela denunciando ma eventualmente cercando soluzioni alternative, basandovi unicamente sulle vostre forze e su quella degli amici e delle amiche che vi sono vicine e che nel mio caso sono state indispensabili per uscire da questa parentesi buia della mia vita. Dico ciò perché l’Italia attualmente non offre aiuti concreti per tutelare le donne, ma le difende solo quando si sfiora una tragedia».