Al Lido Miramare di Salerno è di scena la tradizione marinara

Pubblicità

Cucina mediterranea che privilegia il pescato fresco nel ristorante salernitano diretto dal cilentano Carmine Ricco

Un nome che evoca le vacanze estive degli italiani negli anni ’60. Lido Miramare, ce n’era uno in ogni città balneare. Ogni lungomare aveva il suo albergo o lido con questo nome. Stabilimenti balneari che di giorno accoglievano le famiglie che iniziavano ad assaporare il benessere e gli agi che arrivarono insieme al boom economico e di sera continuavano ad offrire divertimento, trasformandosi in balere sotto le stelle, ai figli di un Italia che aveva ormai alle spalle la miseria  e gli orrori della guerra. Un nome che per oltre un decennio ha accompagnato un pezzo di storia patria. Pi sono arrivate le vacanze intelligenti, le mete esotiche, le mode estive e tutto ciò che ha travolto l’Italia ingenua e caciarona del periodo d’oro dei lidi. Così, insieme a tante cose, i lidi dei lungomari cittadini sono stati dimenticati e abbandonati, inghiottiti dalla speculazione che ha fatto crescere i centri urbani a dismisura. DSC00991A Salerno, città che ha un bel lungomare, c’è stato negli ultimi anni un efficace intervento di recupero di vecchie strutture balneari e tra queste spicca il lido Miramare di via Leucosia. Sapientemente ristrutturato, il lido balneare, è stato diviso dalla struttura in muratura che è diventata ristorante e lunge bar con terrazza sugli scogli che guarda la costiera amalfitana. Il ristorante Miramare, nel giro di qualche  anno, si è imposto come uno dei più interessanti locali dell’intera città. E non è un caso. A dirigerlo c’è Carmine Ricco, cilentano di Agropoli, con una lunga esperienza nel campo della ristorazione. Ha gestito alcuni locali di successo ad Agropoli e Paestum, prima di avviare l’avventura salernitana dove ha trasferito la sua capacità di saper scegliere con cura materie prime di alta qualità a partire dall’olio d’oliva e dal pescato fresco. L’impostazione della cucina del Miramare, aperto anche tutto l’inverno, è di quelle che privilegiano la spesa giornaliera. Quindi qui troviamo un menù variabile, attento alle stagioni ed a ciò che si trova di fresco al mercato. Tutto condito e messo nei piatti secondo la migliore tradizione mediterranea. La lista dei vini, a prezzi contenuti, privilegia i campani ed in particolare i cilentani; ma ci sono anche le bollicine. Ai tavoli arrivano assaggi di antipasti misti che vanno dalla parmigiana di alici ai cannolicchi alla brace, dal tortino di ricotta con gamberi in fiore di zucca agli aliciotti fritti con cipolle. , oltre alla classica insalata di mare o le bruschette con ricotta e alici di Cetara. DSC01951I primi che escono dalla cucina diretta con molta competenza dall’algerino Jemen spaziano tra le linguine al ragù di crostacei, i tagliolini con i gamberi, gli spaghetti con i lupini, paccheri con pesce spada e melanzane e cosi via. I secondi in un locale che affaccia sul mediterraneo non possono che essere di pesce che viene proposto al sale, alla brace, fritto o all’acqua pazza oltre ai classici soutè di frutti di mare. Anche i dolci preparati ogni giorno hanno il linguaggio semplice di una cucina dai sapori puliti e gustosi: babà, scomposta di millefoglie al cucchiaio, tiramisù e sorbetto al limone di Amalfi.

 

Questo slideshow richiede JavaScript.