Pompei, la delusione di tre imprenditori: “Il nostro progetto non sarà mai accettato in questo posto”

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L’ex centro San Paolo, di proprietà della Curia di Pompei, diventa centro polisportivo. Ad annunciarlo è stata la stampa locale nei giorni scorsi. Sembra che la zona suddetta non sia più destinata a centro commerciale, come se n’era ampiamente discusso negli utlimi mesi. Sulla questione insorgono tre imprenditori locali: “Abbiamo presentato un progetto quasi identico a quello di questi imprenditori (non locali) che vogliono fare del centro San Paolo un centro polisportivo”, sono le parole di tre giovani pompeiani, Alfonso Mattia Berritto (architetto), Clara Izzo (ingegnere gestionale) e Francesco Donnarumma (imprenditori). Tutti e tre hanno unito le proprie potenzialità per cercare di creare qualcosa di produttivo nella loro amata città. Sembra una di quelle storie raccontante nei libri, ma quella che si nasconde dietro la vicenda legata ai tre ragazzi di Pompei è la pura verità. “Si chiedono perché c’è la fuga dei giovani da Pompei? Una domanda su cui non c’è bisogno di rispondere con le parole, parlano i fatti”, commenta Alfonso Mattia Berritto con ancora l’amaro in bocca per aver ricevuto una porta in faccia da chi non si sarebbe mai aspettato. “Abbiamo vinto un bando di concorso lo scorso 2015, il Creative Cluster, presentando un progetto del tutto innovativo per la città di Pompei – continua Berritto che si fa portavoce dei tre -. Un progetto passato anche sotto la lente d’ingrandimento della Regione Campania, che ne ha poi dato esito assolutamente positivo. Non ci restava altro da fare che trovare un posto della città da sfruttare e quindi portare il nostro progetto allo step successivo. Sapevamo che questa era la parte più difficile da affrontare, ma non per questo ci siamo persi d’animo”. Un storia che diventa quasi un’avventura per i tre che erano pieni di speranze e molto determinati nel portare a termine un progetto che era apparso tecnicamente perfetto alla Regione Campania. “Decidemmo di chiedere in concessione il terreno di via Astolelle di proprietà della Curia pompeiana, l’ex centro San Paolo. Purtroppo ci risposero che arrivammo tardi, in quanto era già stato concesso ad un’altra azienda commerciale. Ma, soltanto pochi giorni fa, scoprimmo, attraverso la stampa locale, che l’ex centro San Paolo sarebbe stato assegnato ad una cooperativa di imprenditori romani che hanno presentato un progetto, per quest’ultimo, quasi identico al nostro: centro poli sportivo”. Pompei resta stretta per chi vuole tentare di creare qualcosa, a quanto pare. “Non possiamo che essere favorevoli, a questo punto, sulla fuga dei circa 300 giovani che ogni anno lasciano la nostra città per necessità. Una cosa che, spesso e volentieri, abbiamo pensato di fare anche noi. Oggi riprendiamo di nuovo in seria considerazione questa ipotesi, con molta amarezza”. Pompei, la città della cultura e della misericordia, continua a oscillare tra bellezze e delusioni. Da un lato regala le emozioni uniche dell’arte e dell’archeologica, ma dall’altro, invece, scatena tutte le sue delusioni, proprio come queste, spesso anche ben nascoste.