Siamo a Firenze, patria di Dante Alighieri, scrittore della Divina Commedia, opera attorno a cui ruotano le ambizioni di una contorta filantropia del folle miliardario Bertrand Zobrist. Robert Langdon si sveglia in una stanza d’ospedale, con una brutta ferita alla testa, ed un’amnesia che non gli permette di ricordare dove si trova. A prendersi cura di lui è la dottoressa Brooks, che lo aveva già conosciuto a nove anni, quando seguì un suo seminario.
La caccia all’uomo è aperta da subito: Robert e la dottoressa si trovano a dover scappare da un carabiniere che cerca di ucciderli.
Lo scenario diventa complesso da subito. Robert si trova a dover capire il prima possibile chi sono i buoni, chi i cattivi, e chi semplicemente cerca di guadagnarci da una situazione che potrebbe portare all’estinzione di almeno metà della razza umana.
L’allontanarsi dalla religione cristiana e l’aver provato a cambiare il contesto della storia che vede protagonista l’esperto di simbolismo, poteva forse essere una scommessa pericolosa, ma sicuramente vinta. Questa volta non si lascia campo libero ad un simbolismo estremo ed a rompicapo storico/artistici, a cui viene lasciato uno spazio nettamente minore rispetto alle due precedenti opere.
Si lascia invece spazio ad una costruzione della trama più complessa del solito, in cui i colpi di scena si susseguono continuamente, in cui si alternano, seppur per poco, diversi piano temporali.
Diventa un film interessante, sicuramente da vedere, in cui avremo la possibilità di vedere un Robert Langdon innamorato, per la prima volta, e costretto ad accettare che l’amore non vince sempre.
Vi consigliamo il Cinema Multisala Eliseo di Poggiomarino