La natura a tavola: come mangiare sano e politicamente corretto

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La dieta vegetariana tra storia e futuro

Vegetariano è bello. Sembra uno slogan degli anni settanta, di quelli buoni per i contestatori dell’epoca, come i figli dei fiori, quelli che giustamente mettevano in discussione l’ordine e l’autorità precostituiti. Ma la scelta vegetariana parte da lontano e contrariamente a quanto comunemente si creda, non è un’esclusiva del patrimonio culturale orientale. In occidente i primi vegetariani furono i filosofi greci, tra cui si narra  Socrate e Pitagora. Nei secoli abbiamo altri esempi eloquenti: Leonardo Da Vinci e Rousseau tanto per citarne qualcuno. Arriviamo ai giorni nostri con Martin Luther King, Franz Kafka, Simone Weil, Richard Wagner, Albert Einstein fino all’astrofisica italiana Margherita Hack e l’illustre oncologo Umberto Veronesi. Quasi tutti pacifisti convinti, comunque tutti rispettosi degli altri animali che popolano il mondo. Una scelta etica dunque,che alla base ha la convinzione che l’uomo è ciò che mangia. E l’uomo non può mangiare un altro simile. Insomma, l’uso della carne è vissuto come una violenza che, tra l’altro, non fa nemmeno tanto bene alla salute. Grassi saturi, insaccati, carne che arriva da una macellazione violenta o peggio ancora da allevamenti che sono dei veri e propri lager, dove gli animali diventano una pessima materia prima, sono una mina vagante per la dieta e la salute umana. E poi, come spiega bene le ragioni dei vegetariani l’antropologo Marino Niola: “La carne intossica l’anima e il corpo. Ma quel che è peggio, fa male alla collettività. Per avere costolette per tutti è necessario intensificare l’allevamento a scapito dell’agricoltura con grave danno per la spesa sanitaria e per la pace. Più carne uguale a più malattie, più lavoro per i medici, più guerre di espansione. Mentre frutta, verdure e legumi sono un energia sostenibile. Un mangiare pacifista. Il vegetariano mangia per vivere. Bene ed in equilibrio con la natura. Il carnivoro, invece, vive per mangiare. Di tutto e di più. Esattamente lo stesso argomento di Ghandi e di John Harvey Kellog, l’inventore dei corn flakes, la colazione pulita che ha fatto fuori il bacon”.                      Questa è, insomma, la filosofia che ispira i piatti a base di vegetali. Ma, anche il mondo vegetariano è molto vario. Alcune diete ammettono i prodotti derivati dagli animali, altre sono più intransigenti. I vegetariani classici mangiano anche uova, miele, il latte ed i suoi derivati. Mentre i vegan (dieta Vegan o vegetaliana)  mangiano esclusivamente i vegetali. I crudisti, invece, rifiutano ogni tipo di cottura e si nutrono esclusivamente di frutta, vegetali crudi, semi e germogli. I fruttariani, o frottivori, consumano solo frutta cruda, in alcuni casi secca, ma anche miele e oli vegetali. C’è poi la dieta macrobiotica, non pienamente vegetariana, che prevede l’uso del pesce e vengono utilizzati solo alimenti non trattati, non raffinati, coltivati con metodi tradizionali e senza additivi chimici. Infine esiste la dieta steineriana meglio conosciuta come quella che usa esclusivamente prodotti biologici. Rudolf Steiner è il padre dell’agricoltura biologica dinamica e agli inizi del novecento elaborò la teoria per cui le sostanze alimentari non possiedono solo proprietà nutritive, ma anche proprietà spirituali che possono essere sviluppate con un agricoltura che rispetti l’ambiente. Comunque, a parte ogni tipo di integralismo, mangiare più verdure che carne fa bene all’uomo ed all’ambiente. E non necessariamente si deve ricorrere alla cucina orientale, dove nei templi buddisti la regola vegetariana ha inventato mille pietanze a base di soia, alghe o tofu (un formaggio che deriva dal latte di soia). I nostri orti sono pieni di meraviglie che grazie alla cucina mediterranea diventano prelibati piatti a base di verdure, legumi e ortaggi. Anche una semplice parmigiana di melanzane può andare nella direzione auspicata da Einestein: “Nulla darà tanto profitto alla salute umana ed incrementerà la possibilità di sopravvivenza sulla terra quanto l’evoluzione verso una dieta vegetariana.”