Pompei, è guerra aperta tra sindacati e soprintendenza: spostata al 9 febbraio l’assemblea dei lavoratori

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Nei giorni scorsi a seeguito di un’assemblea sindacale della Confsal-Unsa il Soprintendente Osanna è stato oggetto di una denuncia (presentata alle forze dell’ordine dei carabinieri locali) per abusi di ufficio. Ebbene la riunione era in programma dalle ore 8.30 alle ore 11.00, a sito archeologico chiuso. “Ciò nonostante – si legge nell’esposto presentato ai Carabinieri della Stazione di Pompei, guidati dal comandante Tommaso Canino – alle ore 9.00 orario previsto per l’apertura del sito al pubblico, anche se in totale assenza dei lavoratori pubblici adibiti alla vigilanza, accoglienza e fruizione insistenti sul sito, il direttore Massimo Osanna ha dato indicazioni per l’apertura al pubblico del sito. Una condotta che ha determinato un rischio concreto per la tutela dell’intero parco archeologico e per la tutela dei lavoratori medesimi e dell’incolumità e sicurezza dei turisti”. Una questione che prosegue senza sosta e senza risoluzione. I sindacati si rifiutano di parlare con il soprintendente dopo le presunte diffamazione di quest’ultimo nei loro riguardi, circa la caduta di un muro in una domus.

Unsa e Flp, sindacati dei Beni culturali negli Scavi di Pompei (Napoli), sono fermi sulla data dell’assemblea dei lavoratori il prossimo 9 febbraio, in occasione della visita dei ministri Franceschini e De Vincenti, con il Commissario europeo Corina Cretu, per una ricognizione dei cantieri del Grande Progetto Pompei. I sindacati aggiungono una richiesta al commissariato di polizia e ai carabinieri per svolgere una manifestazione dei lavoratori nel sito, con un corteo di protesta e la distribuzione di volantini.

A parlare a favore di Massimo Osanna è anche l’ex premiere Matteo Renzi che non le manda di certo a dire. In lungo post pubblicato sul suo blog e ripreso dalla sua pagina Facebook abbraccia virtualmente il Soprintendete di Pompei Massimo Osanna e spezza una lancia in suo favore, prendendone le parti nella querelle che si è aperta nei giorni scorsi con i sindacati, che hanno denunciato il Professore per un “sospetto” abuso d’ufficio. “A Pompei l’Italia si gioca il futuro, non il passato”, così titola il post del segretario del partito Democratico, che, poi, incalza: “Dal 2014 a oggi i visitatori sono aumentati del 25%, sfondando il tetto dei tre milioni. E sono state aggiudicate gare per oltre cento milioni di euro, con 59 interventi conclusi, 13 in corso, 4 da avviare. Da anni si parlava di un grande intervento di restauro per Pompei: finalmente è in corso grazie all’impegno di tanti, a cominciare dal sovrintendente. Risultati, non chiacchiere”. Risultati dovuti alla realizzazione del Grande Progetto Pompei, della riapertura di cantieri e domus di una Pompei che, parole di Renzi, “faceva notizie solo per i crolli mentre ora si parla solo delle mostre e delle domus riaperte”. “In queste ore Osanna – continua Renzi – è sotto attacco da micro sigle sindacali e da piccoli interessi di parte. Vorrei che non fosse lasciato solo e che chi sta rimettendo a posto uno dei luoghi culturali più importanti del mondo avvertisse l’affetto di tutti noi. Difendere i funzionari pubblici che lavorano bene nell’interesse del Paese è un dovere per tutti. Capisco che gli addetti ai lavori si emozionino più per le leggi elettorali o le ricandidature. Ma oggi il destino dell’Italia passa soprattutto da chi — in silenzio — sta provando a cambiarla”

Dal suo canto, Massimo Osanna, si difende sulla stampa nazionale definendo tutto ciò soltanto dei “ricatti”.