Campania, dati in chiaroscuro dal mercato del lavoro

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Una forte diminuzione delle ore di casse integrazione autorizzate, a cui però fa da contraltare l’aumento della cassa integrazione straordinaria, che riguarda i casi più gravi; e poi, ancora, il terzo numero a livello italiano di laureati e occupati laureati ma, allo stesso tempo, primo posto assoluto per i laureati che poi trovano lavoro in una regione differente.

Le dinamiche del lavoro nella nostra regione

Sono questi i dati principali che emergono dal rapporto “Le dinamiche del mercato del lavoro in Campania“, realizzato dall’osservatorio statistico dei consulenti del lavoro e presentato al Teatro Augusteo di Napoli, che consentono di descrivere un quadro piuttosto preciso della situazione nella regione, dove continuano a coesistere elementi positivi accanto a fattori decisamente più critici.

Calano le ore di cassa integrazione ordinaria

Interessante è soprattutto la dinamica delle ore di cassa integrazione autorizzate in Campania: nei cinque anni tra il 2012 e il 2016, infatti, il dato è calato quasi della metà, passando da 63 a 33 milioni di ore. Più nello specifico, il picco è salito fino al 2014, tenendosi sempre al di sopra dei 60 milioni di ore, mentre dal 2015 è iniziata la contrazione che ha portato un’ulteriore riduzione alla fine dell’anno scorso, dovuta secondo gli analisti alla riduzione del ricorso alla cassa ordinaria (- 3 milioni di ore).

Fenomeni di crisi sempre più grave

Eppure, gli stessi esperti sottolineano anche come nello stesso periodo si è registrato un incremento sensibile del ricorso alla cassa integrazione straordinaria, che segnala i fenomeni di crisi più grave, cresciuto di 7,6 milioni di ore soltanto nell’ultimo anno. Dal punto di vista dei settori produttivi, la cassa integrazione straordinaria è stata utilizzata innanzitutto nell’industria meccanica, che concentra quasi due terzi del totale di ore, ovvero 17 milioni (più 112%); una crescita notevole è stata anche quella del calzaturiero (più 23%), che con circa 500 mila ore rappresenta l’1,9% del totale 2016, mentre costanti restano il comparto del commercio e quello edile.

Un peso in più sui lavoratori

Ad aggiungere ulteriore carico sui lavoratori di questi settori poi c’è ovviamente legato agli oneri fiscali: oltre ai più noti, il portale di approfondimento FissoVariabile.it ricorda anche come per i dipendenti del settore privato e i collaboratori autonomi sia presente il cosiddetto contributo Ivs, da versare all’Inps come assicurazione contro la vecchiaia e l’invalidità.

L’analisi territoriale

Tornando poi alla situazione del lavoro in Campania, l’indagine dei consulenti rivela anche quali siano in regione le aree di maggiore crisi: a Napoli, ad esempio, si registra un aumento generale di 3 milioni di ore di cigs, e in particolare il settore dell’industria meccanica raddoppia la richiesta di ore di cigs; a Caserta invece la difficoltà riguarda innanzitutto il commercio (dove le ore di cigs sono più che raddoppiate), mentre a Salerno un campanello di allarme arriva dal comparto edilizio.