Salvatore Gabbiano: una dolce storia pompeiana all’ombra del Vesuvio

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Oggi è tra i migliori pasticceri d’Italia e la bontà dei suoi dolci ha valicato i confini regionali e nazionali. E in quest’Italia tutta immagine e niente sostanza, dove regnano chef mediatici e una bulimia visiva di cibo,  può apparire come uno dei tanti famosi per caso. Invece Salvatore Gabbiano è figlio di quella che un tempo si definiva “gavetta” e cioè  di un lungo percorso fatto di duro apprendistato.  Lo chef di Pompei ha iniziato da ragazzino a sognare e frequentare i laboratori dove si metteva in scena tutto ciò che si crea con la cosiddetta arte bianca. Attratto dalle sfogliatelle ricce, cercava di capire, ancora bambino, per quale arcano mistero quel delizioso filo riuscisse a ricamare in modo perfetto l’involucro esterno del dolce. Da li è nata la passione e la decisione di dedicarsi al lavoro che nel tempo si è rivelata una bella professione che gli sta dando tante soddisfazioni. Ovviamente nel tempo ha affinato la propria arte con corsi e stage presso maestri come il napoletano Scarpati o presso mostri sacri della pasticceria italiana come Igino Massari e Luigi Biasetti. Quindi poco più che ventenne apre la sua prima pasticceria in via Ripuaria a Pompei e nel 2006 è tra i componenti della prestigiosa Accademia Maestri Pasticceri Italiani. Da allora la strada di Gabbiano è stata costellata di successi compreso quelli che lo hanno consacrato tra i più bravi a lavorare con i lievitati. Infatti nel 2015 partecipa a “ Una mole di panettoni ” dove vince il primo premio come miglior panettone creativo e nel marzo 2016 partecipa  a “ La primavera e’ dolce ”, primo evento dedicato alla Colomba pasquale, dove vince il primo posto “ Migliore Colomba Tradizionale”. Mentre sul versante creativo conta 2 creazioni originali legate alla storia ed alla cultura gastronomica dell’antica Pompei. Il primo è “Dolce del Mistero”, un omaggio alla città degli scavi ed alla sua famosa villa. Un dolce secco a base di pasta frolla con datteri, miele, uvetta, castagne e noci che ricorda gli antichi fasti romani. E l’altro è il 79 d.c. un Pane dolce, preparato con farina integrale, finocchietto, noci, fichi, mele ed olive candite. Del resto tra gli elementi che hanno fatto crescere la professionalità e la fama del maestro pasticcere c’è  un’attenta scelta della materia prima e l’uso dei prodotti tipici. In questo periodo nel suo nuovo locale di via Lepanto trionfano i sapori dell’autunno con dolci come  la “Bavarese alla vaniglia e marron glacè”. Una torta con base di pasta frolla (streuzel) con zucchero grezzo di canna, sopra uno strato di crema di castagne e a chiusura un leggero strato di pan di Spagna appena bagnato di rum. Un dolce che esalta il sapore delle castagne dei boschi campani con una presentazione originale. O la “Mousse alla nocciola di Giffoni” che in modo soffice racconta della bontà delle nocciole che a Giffoni Valle Piana hanno guadagnato il marchio Igp. Così anche il “Semifreddo alle nocciole variegato al cioccolato”. Poi in questo periodo parte la tradizione dei torroni che da Gabbiano si colorano con mille gusti: pistacchi, mandorle, castagne, caffé, cocco, nocciola, gianduia, zuppa inglese, cassata, limone, fino ai frutti di bosco. Oltre alle delizie di stagione da Gabbiano si sfornano una serie di prelibatezze tradizionali che vanno dalla “Millefoglie con crema chantilly e amarene” ai cioccolatini e praline ai vari gusti, passando per la biscotteria che vede trionfare l’Ovis Molis, un biscotto fragrante che si scioglie in bocca. Ultimi arrivati in casa Gabbiano sono i panettoni che gli stanno dando tanta soddisfazione ed in questi giorni nel suo laboratorio si impastano le novità: il Panstru-del Vesuvio, pinoli del Vesuvio e mele campane ed il Cioccozè con pera, cioccolato e zenzero.

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