I Vini di Indovino: il sommelier recensisce Il bianco dalle pendici di Roccamonfina

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Acquamara: il blend di Falanghina, Fiano e Greco prodotto nella “Terra di Lavoro”
Porto di Mola e la lungimiranza di Antimo Esposito

Campania Bianco IGP, Acquamara, Porto di Mola, 2014
Ci troviamo nel Parco Regionale di Roccamonfina, sul versante nord-est del vulcano, ad 1 Km dal fiume Garigliano. Era proprio qui che sorgeva un importante porto commerciale dal quale i Romani esportavano i vini e gli oli della “Terra di Lavoro”: di qui il nome dell’Azienda, Porto di Mola! L’avventura inizia nel ‘90, anno in cui Giuseppe Esposito rileva un fondo di 325 ha, di proprietà del Duca fiorentino Velluti Zati, tra le colline di Rocca D’Evandro e Galluccio: una zona particolarmente vocata alla viticoltura per morfologia del suolo ed il microclima. Il riconoscimento della “DOC Galluccio” nel ‘97spinsero Giuseppe (sotto lo gli stimoli del figlio Antimo) alla conversione dei vigneti, puntando sulle varietà autoctone quali l’Aglianico Amaro e la Falanghina, che ottemperavano al disciplinare di produzione.
Il sistema di allevamento passò dalla più produttiva pergola alla spalliera, con relativo infittimento d’impianto: sancendo un netto cambio di rotta col passato.
Il merito fu della lungimiranza di Antimo che ha voluto puntare tutto sulla qualità, affidandosi all’enologo Maurizio De Simone: da sempre innamorato di questa “terra di confine”. Negli anni il vigneto è cresciuto dai 25 ai 45 ha attuali, con l’aggiunta di Fiano e Greco tra le varietà allevate, mentre la vecchia cantina è stata abbandonata in favore di un’ampia ed accogliente struttura dotata delle più moderne tecnologie.
L’attuale conduzione enologica è affidata a Davide Biagiotti, supportato in vigna da Antonio Russo e Franco Mancini.
Veniamo quindi all’Acquamara, vinificato in botti di castagno di 500l dove matura per 6 mesi con i lieviti prima di passare in bottiglia.
Oro vivido all’aspetto, ha un naso esuberante di frutta esotica matura, di nocciole tostate, balsamico, pepato ed impreziosito da accenni di miele. In bocca fa bella mostra della sua struttura e della morbidezza giustamente bilanciata da una buona freschezza e sapidità.
Un bianco da bere a 12°C in abbinamento a del Baccalà arrosto.                     RUBRICA A CURA DI ANTONIO INDOVINO , Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina