“Giovani imprenditori crescono”: Arianna Di Maio, “Amavo creare vestiti per le mie bambole”

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Arianna è giovane, ma ha la creatività che le “scorre nel sangue”. Risiede a Torre Del Greco, in provincia di Napoli, ha una passione per la moda che coltiva sin da bambina. Dalla maglieria agli abiti da sera, ora Arianna produce capi femminili, ha creato uno stile innovativo e produce su commissione del cliente. La si può seguire sulla sua pagina Instagram.
1) Come nasce Arianna Di Maio? E chi è ora?
Sono una giovane donna, che riesce ad esprimere se stessa, grazie alla moda. Le mie creazioni sono un modo per sfogare la mia creatività: sono una persona molto riservata e la moda è il mio modo di “comunicare”.
2) La passione per la moda, da sempre o improvvisa?
Da sempre. Quando ero bambina realizzavo vestitini per le mie bambole con dei pezzettini di stoffa.
3)Dall’idea ai fatti quanto tempo ci hai messo ad avviare la tua attività?
E’ circa un anno che ho intrapreso questa strada, e nonostante sia stata lunga e difficile, la mia passione mi ha fatto superare gli ostacoli e sono arrivata sin quì.
4)Chi ti ha sostenuto in questa impresa sia moralmente che economicamente?
I miei più grandi sostenitori sono la mia famiglia ed il mio fidanzato. Mi supportano nei momenti più difficili, diciamo e così riesco a superare gli ostacoli.
5)I materiali, le stoffe, come le scegli?
Nel processo realizzativo dei miei capi bado alle sensazioni e alle emozioni nel tentativo di trasmetterle a chi osserva ed indossa. Cerco di creare un’impronta ed un legame riconducibile a me.
6) Hai svolto un percorso di studi attinente alla moda?
Ho frequentato l’Istituto professionale di moda della mia città dove ho appreso le basi della modellistica e della confezione sartoriale e dove ho avuto il primo approccio con il disegno tecnico e la scelta dei tessuti. Successivamente mi sono iscritta all’IUAD,l’Accademia della Moda di Napoli, dove ho appreso la tecnica industriale nella realizzazione dei modelli, come ideare e sviluppare attraverso le diverse fasi della ricerca.
7) Quando hai capito che poteva funzionare?
Domanda complessa. Non ho mai pensato ad un eventuale “sconfitta”, in quanto il mio principio di base era quello di fare ciò che amo, senza pensare a future conseguenze.