Tartaruga salvata dall’intervento dei ricercatori del Dohrn di Napoli. Aveva ingerito un amo

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La radiografia della tartaruga marina soprannominata Greta foto ANSA/CESARE ABBATE

L’hanno chiamata Greta, come la ragazzina simbolo della lotta per la difesa del pianeta: è la tartaruga marina operata Centro ricerche della Stazione Zoologica di Napoli ‘Anton Dohrn’ portata in salvo nei giorni scorsi da un pescatore di Gaeta che l’ha raccolta in mare prigioniera di un groviglio di lenze e con un amo conficcato nella gola.  Dopo il ritrovamento da parte di Giuseppe Locci che ha rinunciato alla battuta di pesca pur di salvare una giovane tartaruga, si è subito attivata la macchina dei soccorsi a partire dal guardiaparco del Parco regionale Riviera di Ulisse della rete Regionale TartaLazio che, preso in consegna la tartaruga, si sono attivati per consegnarla nel più breve tempo possibile Gianluca Treglia del Centro ricerche Tartarughe Marine di Portici (Napoli). “Abbiamo rimosso l’amo conficcato nella parte finale dell’esofago di Greta – spiega un dottore del team operatorio – bisogna ora vedere come la tartaruga reagirà all’ intervento. Incrociamo le dita per lei”.