Cenone dell’ultimo dell’anno dai toni esotici alla Taverna del Leone di Positano

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Cena dai toni eleganti e piatti raffinati. Anche ai tempi del covid, per la tavola di fine anno c’è un solo comandamento: pietanze ricche e beneauguranti ed un tocco di lusso. Chiudere l’anno appena trascorso con una cena fuori dall’ordinario è l’unica regola. Per il resto non c’è consuetudine o tradizione che tenga. Per cui a casa o al ristorante con il super green pass, l’ultimo giorno dell’anno si festeggia in modo totalmente libero, secondo i gusti personali. E per il cenone sono aboliti i condizionamenti tipici dei menù dei giorni di festa. Unica costante che accomuna quasi tutti gli italiani sono le lenticchie considerate un portafortuna ed il brindisi finale, possibilmente con bollicine nazionali che diventano sempre più eccellenti ed apprezzate. Ma per gli appassionati è concesso inebriarsi con l’ottimo champagne dei cugini transalpini. Dunque, la cucina di fine anno è un trionfo di creatività. Molto lontana da quella del Natale che pretende la tradizione in primo piano. Crostacei, ostriche, salmone, scampi, frutti di mare, tartufo bianco e nero, pesce fresco, fegato d’oca e caviale sono tra i protagonisti della cena di San Silvestro. Prodotti pregiati che anche solo in versione assaggio diventano necessari per accompagnare quell’ottimo vino conservato da tempo per questa speciale occasione. Ed uno dei ristoranti che ha usato la creatività come ingrediente principale per preparare il cenone di fine anno è La Taverna del leone di Positano che con il suo chef Giuseppe D’Urso e la supervisione di Fortuna Cilento ha messo in scena un menù dai colori esotici con il Ceviche colorato di pesce & frutti di bosco, un piatto tipico del Sudamerica di pesce marinato e sapientemente speziato. Poi c’è un piatto che strizza l’occhio alla tradizione ma con molta fantasia: Baccalà confit, zuppa di scarola e acciughe di Cetara. Quindi un primo che spazia dall’orto al mare con il Risotto carnaroli, zucca affumicata, nero di seppia, vongole alle erbe. Poi è il turno di un altro primo che mette insieme sottobosco e mediterraneo con il  Raviolo di rana pescatrice, pomodorini gialli e tartufo nero, broccoli e cannolicchi. Con i due secondi la fantasia dello chef si scatena proponendo il  Cotechino di calamaro con le lenticchie del buon augurio ed il  Filetto di manzo podolico, radicchio tardivo, castagne. Chiudono i dolci che si rifanno alla tradizione campana.