“La Gare” di Pompei ripropone il gusto di un epoca: dalla cucina dei Monzù alla pizza partenopea

Pubblicità

Tutto come ai tempi dei Borboni. Dalla stazione ferroviaria alla cucina dei monzù. Dalle sontuose pietanze che si ispirano agli chef fatti arrivare dalla Francia, ai camerieri vestiti con le divise dei ferrovieri dell’epoca. Un ritorno al passato per riproporre il gusto di un epoca a tutto tondo. E’ così che nasce, in quella che per oltre un secolo è stata la stazione di Pompei della Strada Ferrata Napoli-Nocera, il ristorante “La Gare”, dal francese la stazione. Un originale progetto ideato da alcuni giovani imprenditori pompeiani, tra cui l’ingegnere Carmine Costantino, coadiuvati dalle ricerche storiche dell’ingegner Flavio Russo. Un ritorno al passato, dunque, che parte dalla linea architettonica dell’antica stazione borbonica esaltata nella interessante ristrutturazione. Del resto si tratta di una stazione storica nata ai margini degli scavi che all’epoca diventavano sempre più importanti man mano che la città antica veniva disseppellita. Essa è stata conosciuta persino dal pontefice Pio IX, che ne percorse il breve vialetto rettilineo che conduceva agli Scavi in occasione della sua visita nel 1849. Ma nel 1960 fu dismessa per fare spazio alla strada che portava verso la Basilica. Ed oggi dopo 180anni dall’inaugurazione rivive una seconda giovinezza grazie ai piatti degli chef Giuseppe Longobardi, Vincenzo Varone, Salvatore Califano e Giuseppe di Nocera ed alle pizze dei maestri Gaetano Castaldo e Antonio Vaccaro. La cucina interamente ispirata al mediterraneo rivisita la tradizione partenopea che parte proprio dai Borboni e si rivela in piatti come l’Insalata di polpo e seppia con verdure croccanti, arancio e menta o la Zuppetta di totani di Nerano con patata aromatizzata e crostino all’aglio o la classica Parmigiana di melanzane con fior di latte, pomodoro San Marzano, basilico e grana stagionato, tanto per citare alcuni antipasti. Mentre i primi rafforzano il concetto di territorio con le Candele alla genovese, pomodorino confit e spuma di pecorino o con il Pacchero, alici di Cetara pomodorini del piennolo e peperoncini del fiume. O ancora con i Fusilli alla Nerano con zucchine e provolone del Monaco. Anche i secondi continuano su questa linea con piatti come la Frittura di Paranza o l’Orata all’acqua pazza o il Filetto di maialino in crosta di pistacchio e riduzione di aglianico. Chiudono i dolci con la Delizia al Limone e l’immancabile Tiramisù. Anche dall’angolo del forno si propongono pizze nel segno della tradizione. Ed oltre alle classiche troviamo quella con stracciata di braciola napoletana, polpette fritte e praline di bufala, la Pizza fritta ripiena di ricotta di fuscella, provola, cicoli di maiale, salame e pepe o la Regina  Margherita La gare con pomodoro, olio e mozzarella di bufala tutti Dop.