Trasporti. Ieri l’incontro tra i sindaci della penisola sorrentina, Eav e Regione Campania.

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 Chiesti interventi radicali su infrastrutture e l’immediato potenziamento del servizio su gomma per studenti e lavoratori.     
Procedere speditamente al miglioramento infrastrutturale della linea della Circumvesuviana tra Napoli e la penisola sorrentina, nella quasi totalità dell’anno vera e propria “isola”, in assenza di collegamenti alternativi adeguati. In attesa di nuovi treni, avviare interventi sulle stazioni e lavorare per raggiungere adeguati standard sicurezza a bordo. Ancora, attivare un servizio di trasporto su gomma, finalizzato a venire incontro alle esigenze di studenti e lavoratori, in attesa della risoluzione dei tanti problemi che affliggono l’Eav.
E’ quanto richiesto dai sindaci dei sei Comuni della penisola sorrentina, nel corso di un incontro che si è tenuto ieri pomeriggio nella sede della Regione Campania, con il presidente della Commissione Trasporti, Luca Cascone, e il presidente dell’Eav, Umberto De Gregorio.
“Ci siamo fatti portavoce per i nostri territori e per i nostri concittadini delle gravi e inaccettabili condizioni in cui versa il servizio della Circumvesuviana – spiegano i sei primi cittadini – Tra le proposte avanzate, l’istituzione di più linee direttissime tra Napoli e Sorrento, per chi ha necessità di raggiungere il capoluogo campano per ragioni di studio o di lavoro, il doppio binario tra Sorrento e Castellammare di Stabia, per decongestionare la mobilità interna della penisola, corse più frequenti tra Sorrento e Pompei, a vantaggio dei milioni di turisti ospiti delle nostre strutture, un migliore rapporto informativo con l’utenza da parte di Eav e Regione Campania, per comunicare tempestivamente eventuali difficoltà nell’espletamento del servizio”.
Da parte loro, Eav e Regione Campania hanno evidenziato ai sindaci le gravi questioni legate ai bilanci dell’azienda, solo in parte risanati, e la questione delle gare in corso per l’acquisto di nuovi convogli, rallentate prima dall’emergenza Covid e poi dalla guerra russo-ucraina, che ha richiesto una delocalizzazione delle linee di produzione.