E’ il giorno della fine di tutto il ciclo delle festività natalizie. Ma è anche il più atteso dai bambini di mezzo mondo che nella notte più lunga dell’anno aspettano la vecchina che viaggia sulla scopa volante per portare dolciumi e giocattoli a chi si è comportato bene durante l’anno. Altrimenti carbone nero. Anche il piccolo Gesù ebbe la sua “befana”. Dodici giorni dopo la nascita, i re Magi resero omaggio al figlio di Dio con incenso, oro e mirra. Ci fù scambio di doni come avviene ancora nel terzo millennio; ma il significato della parola Epifania non coincide con il significato della nostra festa. Essa arriva da lontano, dall’antica Grecia e vuol dire rivelazione. Rivelazione intesa come manifestazione del divino.
Non a caso quella di Gesù fu accompagnata dall’apparizione di una stella cometa che indicava il cammino per raggiungerlo. E’ così che tra religione, mito e tradizione popolare la rivelazione è diventata sorpresa e gioia per gli occhi sgranati dei bambini che la mattina del 6 gennaio trovano le tanto attese calze piene di caramelle, cioccolate e moderni bon bon, appese al lettino. Un tempo le calze (ed erano dei veri calzini) si trovavano appese ai camini, dove la befana era costretta a scendere per raggiungere anche le case dei più poveri e lasciare qualche fico secco, noci e rudimentali caramelle di zucchero. Oggi il benessere diffuso permette di accontentare tutti con i tanti dolciumi che le industrie alimentari producono e che vanno a finire nelle colorate e infinite calze, diventate un oggetto di culto, che riproducono i tanti personaggi del fantasioso mondo dei cartoni animati.
Ma c’è anche un modo più naturale e genuino di rendere omaggio a questa festa ed ai suoi protagonisti principali, cioè i più piccini. Il modo è quello di preparare in casa dei dolci o dei biscotti da impastare insieme ai bambini. Un gioco didattico che avvia ad una sana alimentazione ed alla conoscenza degli ingredienti che diverranno il dolce da mangiare. L’idea arriva da uno dei pasticceri più interessanti dell’intero panorama nazionale, non a caso è uno dei 50maestri dell’Accademia Pasticceri Italiani. Pasquale Marigliano dell’omonima pasticceria di San Gennarello di Ottaviano (Na) propone una sua ricetta ripresa dal libro “Siamo tutti pasticcioni” pubbòlicato alcuni anni fa da “Italian Gourmet” in collaborazione con la Disney. Il libro di ricette, a cui partecipano 10 chef dell’Accademia Pasticceri, è pensato per i più piccoli che vogliono mettere le mani in pasta. Tante foto e illustrazioni accompagnano tutti i passaggi per creare facilmente decine dolci. Quelli dello chef Marigliano sono dedicati a quelli da mettere in cartella per un salutare snack durante le lezioni a scuola. 
La ricetta dei “Tortini con gocce di cioccolato” (sotto) suona come un invito ad abbandonare le merendine industriali e portarsi dietro dei genuini biscotti fatti a casa propria. Con le proprie mani. Magari aiutati dai genitori che vogliono far conoscere ai propri figli il gusto autentico della vita. Magari proprio a scuola che riprende dopo l’Epifania che tutte le feste si porta via. Proprio come una “rivelazione” che apre l’orizzonte su un sano ritorno all’antico.
LA RICETTA
Tortini con gocce di cioccolato
Ingredienti per circa 25 pezzi: 200gr. di farina tipo 00; 100gr. di farina di mandorle; 225gr. di burro; 225gr di zucchero; 5uova ; 25gr. di olio extravergine d’oliva; 100gr. di cioccolato puro in gocce; 3gr. di lievito in polvere; 25 stampini di carta per le crostatine.
Procedimento: ammorbidire il burro lasciandolo un ora fuori dal frigo, metterlo in una bacinella insieme allo zucchero e mescolare con un frusta. Aggiungere l’olio e le uova una alla volta continuando ad impastare. Mescolare a parte i due tipi di farina aggiungendo il lievito. Unire le farine all’impasto e aggiungere il cioccolato a gocce. Quando l’impasto sarà pronto riempire gli stampi di carta schiacciando bene con un cucchiaio bagnato d’acqua. Aggiungere sopra alcune gocce di cioccolato ed infornare a 170° per 18minuti.