Per Pasqua la tradizione della pastiera continua anche nel terzo millennio

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Quella della Dolceria di Ottaviano è ispirata ad antiche ricette ed al gusto semplice e genuino

Resta, anche nel terzo millennio, uno dei dolci più rappresentativi e simbolici della Pasqua campana. Perché, anche se ormai le pasticcerie la propongono in ogni periodo dell’anno ed è un dolce che sta conquistando il cuore ed il palato dei turisti di tutto il mondo che passano per Napoli, dalle nostre parti non è Pasqua se non c’è il profumo di pastiera a rendere felice la tavola della festa. Dietro questo dolce c’è una tradizione che parte da lontano. Per la storia nasce nei conventi, forse quello di San Gregorio Armeno a Napoli o forse in uno di quelli disseminati in costiera amalfitana. Certo è che già un paio di secoli fa le suore impastavano il rinomato dolce per le famiglie più agiate dell’epoca.  Ed oggi la sua fortuna continua attraverso l’opera di numerosi pasticceri, o di chi si diletta a casa, che non la fanno mai mancare in questi giorni. Ma essa è anche un dolce chiaramente stagionale. Un dolce che ha legato il suo  nome ed il suo destino alla primavera che non a caso coincide con la Pasqua di resurrezione. I suoi ingredienti principali, quelli che la caratterizzano, danno il meglio di se proprio nella stagione del risveglio della natura. Un risveglio che fa il miracolo di far rinverdire alberi e pascoli. Ed è proprio allora che si trova la ricotta migliore che condiziona tutto il dolce. Proprio in questo periodo i fiori d’arancio profumano, oltre l’aria, anche l’acqua di millefiori che da un sapore unico a questa particolare torta. Poi ci sono le uova simbolo di fertilità e della vita che si rinnova, che risorge nella stagione più colorata dell’anno. Anche il grano tenero e cotto nel latte da il suo contributo simbolico comune a tutta la civiltà mediterranea. Infine zucchero, canditi e cannella, una spezia che arriva dall’oriente, completano i magici ingredienti di un dolce che ha fatto grande la pasticceria partenopea. La grande evoluzione gastronomica, poi, ci ha messo lo zampino interpretando il tipico dolce partenopeo in mille modi e con mille varianti. Gli chef e pasticceri più creativi la propongono al bicchiere, soffiata, a gelato, a monoporzione, semifredda, destrutturata, a spuma o tradizionale con l’aggiunta di un personale ingrediente. Segno che la pastiera ha conquistato gli chef ed i buongustai ad ogni latitudine. Ma il suo sapore unico si gusta di più nella nostra terra e nella sua versione più classica e tradizionale, come quella della Dolceria di via Di Prisco ad Ottaviano, dove la famiglia Catapano da circa un trentennio propone la sua idea di pastiera. Un’idea ispirata alle antiche ricette ed al gusto semplice e genuino. Qui la pastiera e tutte le altre dolci bontà sono preparate nel pieno rispetto della tradizione, senza forzature ed inutili eccessi di modernità; ma con la passione delle antiche pasticcerie di paese. Nella foto da destra Marigliano Speranza e Rosaria, Catapano Riccardo, il pasticcere Pagano Massimo, Barayac Cristina e Catapano Daniele