Con maggio arrivano le cozze nostrane, quelle più grandi, buone e gustose

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In Campania le più pregiate sono quelle Bacoli apprezzate già dagli antichi greci

Maggio, a tavola, è il mese dei profumi intensi come quello delle fragole, dei colori forti come quello degli ortaggi e dei sapori decisi come quello delle cozze che iniziano ad essere una golosa costante in cucina. Infatti, maggio è il mese che apre le danze al periodo che vede pronto e con più sapore il mollusco più amato dalla tradizione popolare. Si perché le cozze nostrane, quelle del Golfo di Napoli e del mediterraneo, che si riproducono d’inverno, raggiungono la maturità ed il sapore ottimale nei mesi di maggio, giugno, luglio e agosto, tutti mesi senza la erre. Quindi quelle consumate in altri periodi dell’anno arrivano da mari lontani. Il mitilo mediterraneo, come si chiama per la scienza, è un mollusco lamellibranchio ricoperto da due valve composte principalmente da carbonato di calcio. Mentre il frutto che si trova dentro è di colore giallo crema se maschio e rosso arancio se femmina. Si riproducono velocemente colonizzando ampi tratti di mare su scogliere o supporti duri dove si attaccano tramite il bisso, un filamento bruno che secernano e che si solidifica a contatto con l’acqua. Il nutrimento arriva dal mare, principalmente plancton; ma anche particelle organiche in sospensione. E proprio per questo è importante togliere il bisso quando si puliscono e mangiarle cotte per evitare malattie come il tifo o epatite causate dall’inquinamento, essendo le cozze dei formidabili filtri. Apprezzate sin dall’antichità, i greci a quelle di Bacoli dedicarono una moneta, sono diffuse in tutt’Italia e muscolo o peocio è il nome comune nelle regioni del nord, mentre in tutto il sud è conosciuta come cozza. Ed è proprio qui che da il meglio di se con la varietà tarantina. Taranto un tempo era il maggior produttore di cozze al mondo con i suoi immensi “giardini” nel Mar Piccolo e nel Mar Grande, dei veri e propri territori in mezzo al mare. In Campania ha la sua zona d’elezione nel tratto di mare antistante ai Campi Flegrei dove tra Bacoli, Baia e Capo Miseno si trovano grandi allevamenti che producono cozze particolarmente gustose grazie alla natura vulcanica dei luoghi. Per questo a Napoli le cozze godono di grande popolarità e sono diventate addirittura il simbolo di alcune festività come quella del giovedì Santo quando i partenopei mangiano esclusivamente la zuppa di cozze. Impepate, al gratin, con gli spaghetti o a zuppa, da sole danno un gusto unico ed inconfondibile di mare a questi piatti. Ma anche in compagnia riescono a caratterizzare pietanze che senza di esse non sarebbero ugualmente saporose. Per cui entrano a pieno titolo, tra gli altri ingredienti, in prelibatezze come l’insalata di mare, il risotto alla pescatore, nei soutè di frutti di mare, nelle zuppe di pesce e nelle varie preparazioni di primi che prevedono frutti di mare. Ultimamente sono arrivate ad impreziosire piatti poveri come la pasta e fagioli e la pasta e patate o ad essere utilizzate come ingrediente di piatti gourmet che vedono contaminazioni tra mare e orto o di preparazioni creative come le linguine alla carbonara di cozze.