Napoli. La Cassata ispirata all’affresco di Oplonti protagonista all’evento “I Dolci delle Feste dei Grandi Interpreti by Mulino Caputo” 

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Oplontis, Italia - 05 settembre 2019. Uno degli affreschi della villa romana degli Scavi Archeologici di Oplontis a Torre del Greco. Ph. Anna Monaco

Per chi conosce ed ama la grande tradizione pasticcera partenopea può sembrare un’ovvietà, una cosa scontata vedere tra i dolci delle prossime festività natalizie presentare una cassata siciliana. Ma se la cassata si ispira al famoso dipinto della Villa di Poppea degli scavi di Oplonti, quello che rappresenta un disco rosso con frutta, e chi la propone sono personaggi del calibro di Salvatore Gabbiano e Sal De Riso entrambi maestri pasticceri di chiara fama, allora stiamo parlando del prestigioso evento  “I Dolci delle Feste dei Grandi Interpreti by Mulino Caputo” tenutosi lunedì scorso all’Hotel Vesuvio di Napoli. La kermesse giunta alla 14°edizione ha avuto per tema “Cassate&Cassatine”. Ed è stata questa la specialità sulla quale si sono confrontati alcuni dei migliori pasticceri italiani, chiamati a proporre una versione classica del dolce, accanto ad alcune sue interpretazioni inedite. In degustazione, e poi acquistabili a partire da oggi ci sono state le Cassate&Cassatine firmate da: Santi Palazzolo da Cinisi, Palermo, chef guest, che ha presentato la sua inimitabile Cassata siciliana; Giustina Brasiello, resident pastry chef;  Rocco Cannavino, dello Zio Rocco Lab Store con le sue brioche al gusto di cassata; Salvatore Catapano, pastry chef dell’Hotel San Montano di Ischia;  Salvatore Capparelli,  dell’omonima pasticceria partenopea; Sal De Riso, della Pasticceria De Riso di Minori con la sua cassata ispirata all’affresco di Oplonti;  Carmine Di Donna, consulente pasticcere;  Salvatore Gabbiano, della pasticceria Gabbiano Dulcis in Pompei che ha interpretato anch’esso il disegno risalente ai tempi dell’antica Roma; Marco Infante, della napoletana Casa Infante; Pasquale Pesce, che ha portato la sua Cassata preparata con le nocciole avellane, e Sabatino Sirica, già Cavaliere della Repubblica nonché patriarca della pasticceria napoletana. Questa edizione è stata l’occasione per mettere a confronto le due versioni più celebri di questo dolce sontuoso e barocco, dalle ascendenze arabe e dalle evidenti contaminazioni siciliane e napoletane. “Quando abbiamo pensato a questo evento, ha detto Antimo Caputo Ceo di Mulino Caputo, il nostro obiettivo era di porre l’attenzione sull’artigianalità, stimolando la creatività e contemporaneamente di custodire la storia della pasticceria, adattandola ai nostri tempi. Così, di anno in anno, abbiamo attinto alla grande varietà dei dolci del Sud, frutto di scambi commerciali e culturali, promuovendo reinterpretazioni che modernizzassero le ricette tradizione. Giunti alla quattordicesima edizione, siamo orgogliosi dei risultati ottenuti e grati a chi ha voluto seguirci in questo percorso”. E questo percorso ha avuto nel 2025 per protagonista il dolce delle più ricche tavole delle feste del Regno delle due Sicilie, arrivato fino a noi con tutto il suo carico di storia, cultura e sapore.