Una petizione per rendere il 5×1000 un diritto

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“Da anni mi occupo di aiutare le organizzazioni non profit a raccogliere fondi (fundraising) insieme a migliaia di colleghi. Ma il nostro impegno professionale spesso si scontra con ostacoli che rendono difficili le donazioni degli italiani. Al contrario,  i partiti,  per ricevere le donazioni loro destinate, si trovano la strada spianata”.- così apre la petizione Massimo Coen Cagli, presidente della scuola foundraiser di Roma. Non tutti sanno che le somme destinate dagli italiani arrivano alle organizzazioni con un ritardo di ben due anni, senza che queste abbiano la possibilità di ringraziare né informare i contribuenti perché non ricevono i loro dati. Inoltre ogni anno il Governo ha la facoltà di porre un tetto massimo alle donazioni erogabili: in pratica alle organizzazioni potrebbero essere versate somme minori rispetto a quelle effettivamente destinate dai contribuenti. Per sbloccare questo marcio meccanismo la Scuola ha proposto nuove strategie nel Manifesto per il nuovo foundraising (http://www.scuolafundraising.it/manifesto/)

Ma per i partiti politici, invece, è tutta un’altra storia. Infatti questi, per legge, ricevono in pochissimo tempo risultati e soldi del loro 2×1000 e possono già sapere con facilità almeno il numero di sottoscrizioni ricevute da singole regioni. Perché i partiti vengono privilegiati mentre il non profit viene penalizzato? Eppure il Governo afferma che il “Terzo settore”, per il Paese, è in  verità il “Primo”.

Con questa petizione (https://www.change.org/p/liberiamoil5x1000-soldi-e-nomi-subito-vogliamo-essere-trattati-come-i-partiti-matteorenzi-luigibobba) si chiede al Ministero del Welfare, a cui compete la materia specifica del 5×1000 e in particolare al sottosegretario Luigi Bobba:

  • che i risultati sul numero dei sottoscrittori e sulle relative cifre destinate vengano comunicati entro 30 giornidall’ultimo giorno in cui possano essere effettuate le denunce dei redditi e le cifre spettanti vengano versate contestualmente alla pubblicazione dei dati;
  • che nella modulistica per la denuncia dei redditi venga inserita la possibilità per il contribuente di trasferire i propri dati ai beneficiaridel suo 5×1000 (nel rispetto della legge sulla privacy);

Un provvedimento del genere garantirebbe:

  • più soldi e in tempi certi e utili per la cultura, i servizi socio-assistenziali, la tutela dei diritti, l’ambiente, la ricerca scientifica, l’integrazione sociale e lavorativa dei soggetti svantaggiati, e per tutte le altre cause sociali ai quali gli italiani esprimono consenso con il loro 5×1000;
  • di interrompere l’ennesimo favoritismo nei confronti dei partitiusando un criterio unico valido per tutti nella gestione del 5X1000;
  • minori costi per il fundraisingdelle organizzazioni nel reperire nuovi donatori e nel gestire le relazioni e le comunicazioni con essi, quindi maggiori risorse da destinare ai progetti.