Sequestrata (per la seconda volta) l’antenna per la telefonia mobile Wind installata nel quartiere Mariconda. Insorgono i cittadini della periferia di Pompei. Un’annosa questione, da anni al centro di forti dibattiti politici, di scontri giudiziari, di interrogazioni consiliari e di proteste dei residenti. Sebbene il ripetitore fosse stato già sottoposto a sequestro nei mesi scorsi, per tutta una serie di abusi commessi dall’azienda Wind, in questo caso diretta dal procuratore speciale Antonio Cuozzo, a niente è servita l’ordinanza di ripristino entro il 7 giugno emessa dalla magistratura a carico dell’azienda. Infatti, l’azienda Wind non ha ottemperato del tutto all’ordinanza, provvedendo solo in parte al ripristino. Alcune settimane dopo, oltretutto, sono stati installati di nuovo generatori, tettoie e quant’altro serviva per avviare di nuovo l’antenna (tutte opere giudicate abusive dai caschi bianchi proprio nella precedente ordinanza). Oltre il danno anche la beffa, è il caso di dirlo. Motivo che ha fatto insorgere ancora una volta il comitato civico di via Mariconda “Per la Salute dei Cittadini”, presieduto da Gennaro Malafronte, che ha allarmato di nuovo le forze dell’ordine, procedendo con una querela presso il comando di Polizia di Stato, guidato dal vicequestore Angelo Lamanna. Il tutto ora è anche al vaglio della Procura della Repubblica di Torre Annunziata. A procedere, senza esitazioni, con il sequestro sono stati ancora una volta gli uomini della polizia municipale, agli ordini del comandante Gaetano Petrocelli, che già in passato hanno effettuato blitz presso l’antenna radiomobile, che presentava lavori non conformi. A supervisionare le indagini in questione è stato il nucleo investigativo della polizia edilizia, supervisionato dal tenente Ferdinando Fontanella, che dopo aver sentito anche il magistrato di turno, Annunziata Rosa, ha dato via al sequestro in questione. Si tratterebbe, in sostanza (anche in questo caso), di lavori non autorizzati, quindi abusivi, che hanno già influito nel giudizio pendente innanzi alla giustizia amministrativa tra il gestore della telefonia mobile e il comune di Pompei. Ecco perché i caschi bianchi avevano già sottoposto a sequestro il ripetitore alcuni mesi fa’, con ordinanza di ripristino entro i novanta giorni prestabiliti dalla legge. La presenza dell’antenna ha messo in agitazione, nuovamente, i residenti della zona che, senza mezzi termini, hanno fatto sapere, ancora una volta, di temere per la propria salute a causa delle onde radio emesse dal ripetitore Wind. Quindi, nello schema di pensiero dei cittadini di via Mariconda l’antenna rappresenta un potenziale rischio in più da tener in considerazione, alla luce della diffusione di gravi malattie avvenuta in questi ultimi anni.
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