Martedì 15 i lavoratori dell’EAV ricordano il dirigente Maurizio Papagno con una targa commemorativa nell’officina ferroviaria di Fuorigrotta, Napoli

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Martedì 15 novembre alle ore 9 si terrà la cerimonia di scopertura della targa che intitola l’officina ferroviaria di Fuorigrotta, delle linee flegree della società EAVsrl, al dirigente Maurizio Papagno scomparso prematuramente oltre un anno fa. La manifestazione a cui parteciperà il presidente dell’EAV Umberto De Gregorio è stata organizzata per volontà dei lavoratori delle Linee Flegree cha hanno conosciuto Papagno come direttore alle risorse umane ed alle relazioni industriali quando quelle linee ferroviarie erano gestite dalla Sepsa. Il motivo più intimo dell’iniziativa dei lavoratori sta nel rapporto che Papagno aveva saputo instaurare con le maestranze fin dalla sua nomina a dirigente. Un rapporto a trecento sessanta gradi. Un rapporto che faceva di Papagno un dirigente a tutto tondo. Un dirigente a tempo pieno che non si tirava mai indietro e si esponeva in prima persona in tutte le situazioni. Come quando si trovava a viaggiare sulle linee aziendali e interveniva, presentandosi, nelle discussioni quotidiane che il personale era costretto a fare con i viaggiatori giustamente insoddisfatti del servizio. Allora lui chiedeva scusa e comprensione e con coraggio tentava di spiegare ai viaggiatori inferociti le ragioni dei disservizi dovuti alla grave crisi economica che, ancora, attanaglia il settore del trasporto pubblico. Come quando nella stazione di Montesanto, pur di far partire un treno in ritardo e stracarico di persone, si mise a lavare il parabrezza infangato, che rendeva la guida impossibile, al posto del personale delle pulizie che quel giorno era in sciopero perché da mesi non percepiva lo stipendio. Insomma, era un dirigente che riusciva a comprendere le ragioni di tutti. Del resto proveniva dal mondo sindacale. Assunto giovanissimo come bigliettaio nella Sepsa divenne subito delegato sindacale della Cgil e in poco tempo riuscì a ricoprire vari ruoli di responsabilità, fino ad arrivare ai vertici nazionali dove per anni ha seguito la contrattazione nazionale della categoria diventando un vero e proprio esperto. Ritornato in azienda da funzionario alle relazioni industriali fu poi nominato dirigente al personale, carica che ha continuato ad avere anche dopo la fusione con le altre aziende (Circumvesuviana e MCNE) sotto il marchio EAV. La sua formazione politico sindacale e culturale, dunque, ha influito non poco nel suo modo di essere dirigente e nel modo di gestire le relazioni industriali con una correttezza che ha fatto scuola. Ai tavoli negoziali aziendali, regionali e nazionali (dove poi ha partecipato in rappresentanza delle aziende) non si è mai fatto influenzare dal suo passato di sindacalista; ma non ha mai dimenticato le regole da rispettare, comprese quelle che sanciscono i diritti dei lavoratori. Diritti che lui riusciva a coniugare con una modernità e con una crisi stringente che richiede maggiore flessibilità, anche nel pensiero. Per questo è rimasto nel cuore di molti dipendenti. Per il suo modo di risolvere i problemi, mettendoci la faccia e pagando in prima persona fino alle estreme conseguenze. Fino a ricevere richiami ingiusti e paradossali accuse dai vertici aziendali del tempo incapaci di riconoscere il suo valore di uomo al servizio dell’azienda e delle maestranze.