La tradizione dei dolci di Natale in Campania

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Roccocò, susamielli, raffioli, mostaccioli, sapienze, torroni e fichi al cioccolato proposti da “Andrea&Gianni” di Vico 

Non è facile districarsi tra i nomi ed i sapori dell’infinita tradizione popolare dei dolci natalizi campani. Decine di tipi, con dimensioni, gusto e colori diversi fanno perdere la bussola e aumentare di peso solo a guardarli. Ma in Campania e soprattutto nel napoletano si capisce che il Natale è vicino solo quando dai banchi e dalle vetrine delle pasticcerie le mille sfumature dei dolci secchi  tradizionali attirano la nostra attenzione. dsc06920E non pensate che sia semplice riprodurre in casa tutto quel ben di Dio a base di miele, mandorle, nocciole, frutta candita, glassa, marzapane, pasta reale e frutta secca. Solo la grande varietà farebbe  spazientare la più brava delle cuoche. La tradizione casalinga è ricca solo di roccocò che in molte famiglie sono preparati con la ricetta della nonna tramandata dalla nonna. Del resto il dolce di Natale delle famiglie povere dell’inizio novecento non era altro che un fico secco imbottito con un gheriglio di noce. Da allora il benessere ha ampliato la gamma delle delizie nate tutte dall’unione di pochi elementi (farnia, miele e frutta secca) comuni a tutti i popoli dell’area mediterranea e mediorientale. A parte gli struffoli e la cassata (mutuata dalla Sicilia durante il regno borbonico) per Natale le pasticcerie della nostra regione propongono una serie di dolci secchi che suonano come l’evoluzione voluttuosa di semplici biscotti. dsc06930O meglio, la loro calorica versione invernale che tiene conto degli ingredienti raccolti d’estate (fichi, nocciole, ecc) e conservati per la stagione fredda. Susamielli, roccocò, mostaccioli, sapienze, raffaioli, pasta di mandorle, divino amore, raffaioli a cassata, mostaccioli ripieni, torroni, scorzette di agrumi ricoperti di cioccolato e fichi ripieni sono i più noti e apprezzati dolci della tradizione popolare, come spiegano Andrea Celentano e Giovanni Starace della pasticceria “Andrea&Gianni” di via Roma a Vico Equense. Gli impasti sono simili in molti di loro e l’aggiunta o il cambio di un ingrediente (oltre che della forma) fa nascere un dolce diverso con diverso nome. I roccocò nascono dall’impasto di farina, miele, zucchero, mandorle e nocciole tritate, frutta candita e aromi. I mostaccioli (a forma di rombo) invece prevedono farina, miele, zucchero, granella di nocciole, cacao e poi sono ricoperti di cioccolato. Mentre la loro versione ripiena ha la forma più alta grazie all’imbottitura di una crema al cioccolato. I raffioli (quelli tondi con la glassa bianca) hanno un impasto di farina, uova, zucchero e una spennellata di marmellata di albicocche.dsc06934 Poi ci sono i raffioli a cassata che hanno l’aggiunta di ricotta e la striscetta di pasta reale sulla cupola. La pasta di mandorla, invece, è senza farina e prevede mandorle, zucchero, bianco d’uovo e limone. I divino amore (piccola forma tondeggiante) sono composte da mandorle, zucchero, rosso d’uovo e arancia candita. I susamielli sono preparati con farina, melassa, zucchero, mandorle nocciole, cacao e aromi. Le sapienze (a forma di s) comprendono farina, zucchero, mandorle, bucce di mandarino.Una tradizione tutta sorrentina aggiunge anche le frittelle di pasta cresciuta bagnate nel miele e impreziosite da scorze di agrumi. Infine ci sono i torroni e torroncini, i fichi ripieni ricoperti di cioccolato e la pasta di mandorle modellata a forme di frutta fresca che arriva dalla tradizione siciliana.

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