Pompei, proroga di un anno per le pratiche di condono edilizio. Coccoli: “Ci sono circa 4mila istanze da definire”

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Prorogato al 31 dicembre 2017 il termine per l’esame delle tante pratiche di condono edilizio. E’ quanto ha voluto sottolineare con un suo preciso e dettagliato intervento Gaetano Coccoli, portavoce di ProgrammiAmo Pompei: “La città è in una situazione disastrosa. Il piano regolatore è fermo al 1977”. A dichiararlo è proprio il portavoce del gruppo politico che, in città, è tra i quelli (ancora pochi) che si fanno sempre più avanti in vista delle prossime elezioni amministrative di maggio 2017. Intanto, stando a quanto è stato detto, ci sarà tempo fino al 31 dicembre 2017 per esaminare le pratiche di condono edilizio. Questo è quanto avrebbe stabilito la Regione Campania e quanto ha avuto intenzione di evidenziare e sottolineare il gruppo formato da tre comitato civici, quello di via Messigno, via Mariconda e via Ponte Persica. “E’ una buona notizia per la nostra città – commenta ancora il portavoce di ProgrammiAmo Pompei, avvocato Gaetano Coccoli aggiungendo – Sul condono edilizio Pompei sconta l’inattività di tanti anni e di diversi amministratori. Ci sono circa 4mila pratiche, legate alle tre leggi che si sono susseguite dal 1985 ad oggi, che attendono ancora di essere definite. Vale la pena sottolineare che, quelle poche definite, sono state rigettate. Insomma oltre al danno la beffa per tanti cittadini che, dopo aver pazientato per anni, dopo aver sostenuto gli oneri del pagamento del condono edilizio e dopo aver pagato le spese necessarie ai professionisti che hanno istruito le domande, si sono visti negare il permesso a costruire in sanatoria”.

Tante pratiche, molte speranze e zero risultati. E’ questo il quadro che emerge dalla disamina dell’avvocato Gaetano Coccoli, che aggiunge: “Il piano regolatore è datato 1977. Dopo quarant’anni le esigenze urbanistiche ed edilizie del territorio cittadino sono cambiate. Il piano regolatore generale, che oggi si chiama piano urbanistico comunale (PUC), deve essere assolutamente attualizzato. L’impegno di chiunque andrà ad amministrare la città dovrà essere quello di adottare immediatamente un nuovo piano urbanistico comunale (Puc), un nuovo piano urbanistico attuativo (PUA) e un nuovo regolamento edilizio urbanistico comunale (REUC). E’ giusto che tutti assumano questo impegno nei confronti dei cittadini pompeiani, perché si tratta di un serio impegno di sviluppo”.

Il portavoce di ProgrammiAmo Pompei parla poi anche della Rina srl, società di servizi alla quale, per il periodo 2008-2009, il Comune di Pompei ha affidato l’appalto per istruire le pratiche di condono edilizio. A riguardo Coccoli sottolinea: “In sostanza chi pensò a quell’appalto ritenne che il problema fosse la mancanza di personale comunale per istruire le pratiche. Non era e non è così. Il Comune di Pompei ha dovuto per forza rigettare quelle poche pratiche istruite dalla Rina, perché gli interventi edilizi non sono stati eseguiti in conformità al piano regolatore, tenendo ben presente, inoltre, che quest’ultimo è a dir poco obsoleto, risale infatti al 1977 ed è tuttora in vigore. Per questi motivi le pratiche non sono state autorizzate per il condono. Se non si cambia lo strumento di base, cioè il PUC, non è possibile autorizzare alcuna sanatoria”.

La città di Pompei, si sa, è sottoposta al vincolo della cosiddetta “zona rossa” previsto dalla legge regionale. Senza contare il vincolo archeologico. Gaetano Coccoli, poi, conclude: “In ragione del vincolo, a Pompei si posso costruire soltanto edifici per uso ufficio oppure strutture alberghiere. La città di Scafati non è sottoposta a questo vincolo; eppure, nella sua area posta a nord, ci sono le zone di Passanti e San Vincenzo, entrambe molto vicine a Terzigno, che è praticamente alle falde del Vesuvio. Bisogna dialogare con le istituzioni per far comprendere che zone pompeiane come quelle di Messigno, Mariconda e non solo, potrebbero essere escluse dalla sottoposizione di questo vincolo. Laddove non sia possibile un’esclusione totale, dobbiamo ottenere quantomeno una maggiore elasticità”.

Il portavoce della coalizione politica parla anche di Legge Speciale: “Pompei può e deve avere, così come le altre grandi città d’arte italiane, degli organismi collegiali ad hoc che esaminino tutte le vicende edilizie che riguardano il territorio. Pompei ha una superfice di 12 chilometri quadrati ma in realtà può essere paragonata alle più importanti città d’arte italiane per fama nel mondo, numero di persone che ogni anno la visitano e infrastrutture che deve garantire, sia pubbliche che private. Ed è per questo che la questione del PUC è prioritaria per ProgrammiAmo Pompei”.