Dalle “Real Histories” alla partecipazione virtuale: come muta il marketing nell’era di Facebook

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Un tempo all’interno dello studio del Marketing dei Servizi esisteva il prodotto che era obbligato a vivere sul mercato dinamico seconde le regole delle 4P del Marketing Mix: (Prodotto, Prezzo, Place o Punto Vendita e Promozione).
Poi, d’improvviso, è spuntato l’utente sharing, il networking analizzato da Mark Zuckerberg, una creazione di sviluppo e di  un dialogo da cui si generano altri contatti e si coltivano relazioni; e il marketing ha preso così  la strada più veloce per soddisfare quest’ultimo secondo le 4C: Consumatore, Costo, Comunicazione e Distribuzione (in italiano).

Quando le piattaforme .NET diventano sempre più cospicue le persone diventato a loro volta le “Aziende”. Le persone più importanti oggi sul mercato sono imprese e  organizzazioni che abilitano due o più parti a incontrarsi per condividere o pubblicare idee per essere trasformare dalle piattaforme stesse in servizi strategici di mercato.

Non solo Facebook, Airbnb, Blablacar, ma anche Amazon, Ebay, e Twitter: nessuno di loro produce beni, ma tutte abilitano gli utenti a condividere pensieri, emozioni, macchine, case e così via.

Senza più prodotto e cliente cosa resta al marketing?
Primo obiettivo del marketing oggi non è più costruire il prodotto ma progettare la piattaforma e costruire la persona intorno. Questa è il luogo dove i pari si incontrano, comunicano, scambiano, si accordano. Il marketing ha quindi il compito di abilitare tutte queste interazioni offrendo nella piattaforma strumenti capaci di generare l’offerta.

La nuova feature del social network di Mark Zuckerberg ha fatto capire che non si  vuole perdere tempo e tanto meno il suo primato e continua, coerentemente, a perseguire la sua missione: trattenere gli utenti il più tempo possibile all’interno del news feed.

Niente prodotto, niente prezzo?
Così la piattaforma con i suoi membri stabilisce una relazione quasi one to one perché, a differenza dei business tradizionali, dove il cliente  genera valore per altri clienti, nei servizi collaborativi ogni membro di una community offre solo scambi di idee.

Non è un volo pindarico. Basta iniziare a immaginare nuovi servizi partendo dall’abilitazione dei cittadini e non dall’erogazione di un “prodotto”. Pensarli intorno a un bisogno e costruire comunità concrete.

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"Vivere e non Vivacchiare" [cit.]