John Wick: la rivoluzione continua

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John Wick è tornato, e come per ogni serial killer cinematografico che si rispetti, lo fa con un passato molto ingombrante. Santino D’Antonio, il cui nome si spera sia stato scelto come tributo al film il Padrino e non per la totale mancanza di fantasia degli autori, interpretato da un Riccardo Scamarcio totalmente fuori ruolo, ha saputo che John Wick è tornato in azione. In virtù di un pegno pattuito in passato tra i due, che permise a John di abbandonare il mondo della malavita, Santino ha una richiesta molto particolare. Figlio di un boss mafioso, la richiesta è quella di uccidere la sorella, a cui il padre ha destinato il ruolo di potere del clan.
Colpisce ancora la totale diversità tra John Wick e tanti altri protagonisti di film d’azione molto più classici. Senza tradire le promesse fatte nel primo capitolo e senza piegare il protagonista a logiche di mercato, non abbiamo a che fare con un protagonista eroe, un duro per eccellenza, latin lover, capace di battute scontate e spicciole immediatamente prima o dopo scene di particolare violenza. Quello che lo schermo ci propone è sempre e semplicemente un uomo, con un passata terribile, redento dall’amore dell’ormai defunta moglie, in cerca di pace con il mondo, ma sempre con tanti motivi per guardarsi le spalle: è questa la vera rivoluzione che John Wick porta avanti.
Sempre in continuità con le scelte fatte nel primo capitolo, assisteremo ad un’altra particolarità, ovvero l’uso sconsiderato delle armi da fuoco negli infiniti scontri corpo a corpo che John affronta. Dove le arti marziali più pure la fanno da padrone, e contro ogni aspettativa questa scelta da qualcosa di nuovo, di mai visto, e contribuisce all’unicità del film nel suo genere.
Sorprende, poi, e non poco, la deviazione fatta verso il Tarantinismo. La scelta è quella di non risparmiare nulla allo spettatore, di fargli vedere tutto, e lasciarlo in balia di uno splatter inaspettato e deciso.
Proprio come nel primo capitolo, gli scontri sono pochi, ma molto lunghi, costringendo lo spettatore ad un piacevole sforzo di concentrazione prolungato: godetevi fino alla fine lo scontro nella stanza degli specchi, e tutte le inquadrature ed i dettagli che meglio catturano la qualità di un film totalmente nuovo nel suo genere.

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