“I Vini di Indovino”: Il sommelier recensisce il longevo bianco tedesco

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Mosel Riesling Kabinett VDP, Wehlener Klosterberg, Markus Molitor, 1985 (500ml)
Ci troviamo nella Mittelmosel, più precisamente a Bernkastel-Wehlen nei pressi del ponte di Zeltingen. È qui che nel 1984, a soli 20 anni, Markus Molitor raccoglie il testimone e rilancia la sfida alle redini dell’azienda paterna. Vignaiolo all’ottava generazione, è ben consapevole della lunga tradizione e delle potenzialità di quelle vigne lungo i ripidi pendii (80% di pendenza in alcuni casi) che affacciano sulla Mosella. Una viticoltura che non lascia spazio ai compromessi, dove imparare dal passato è un obbligo, dove la qualità è sinonimo stretto dell’esclusiva manualità in tutte le operazioni in vigna. Forte del know-how acquisito e determinato ad accrescerne ulteriormente la fama centenaria, Markus inizia a lavorare con grande dedizione nei 3 ettari di vigna ereditati, rincorrendo nei suoi vini 4 caratteristiche fondamentali: profondità, freschezza, eleganza e non ultima la “lettura” della vigna.
Proprio la leggibilità della vigna, intesa come espressione di un microclima ed una morfologia del suolo diversa, è stata la spinta ulteriore verso nuovi obbiettivi sempre più ambiziosi: portare nel calice queste diversità intrinseche!
Negli anni le sue vigne, di cui una lungo la Saar, si sono estese sino agli attuali 40 ettari. Si tratta di micro-parcelle selezionate secondo dei criteri di zonazione ben precisi, grazie ai quali Markus oggi produce 150 Riesling differenti e delle piccolissime quantità di Pinot Bianco e Pinot Nero.
Notevole è la cura dedicata ai singoli vigneti, condotti tutti in regime biologico e nei quali si cerca sempre il bilanciamento ottimale tra la resa (che oscilla tra i 10-55 hl/ha), la perfetta maturità fisiologica delle uve e la qualità delle stesse.
In cantina nulla deve inficiare sull’espressione pura dell’accoppiata vitigno/vigna. Motivo per cui le fermentazioni sono rigorosamente spontanee, in grandi botti di quercia (da 1000 a 3000 l) in cui l’apporto di ossigeno è moderato ed il legno per niente invasivo, seguite da lunghe soste sui lieviti per garantire spessore e profondità ai vini, che si completano maturando in acciaio per tutto il tempo necessario. Impegno e dedizione ripagati da riconoscimenti delle più famose guide e testate giornalistiche di settore e dagli estimatori cosparsi in tutto il mondo: culminati col premio di “Enologo dell’Anno” al Falstaff Wein Trophy del 2014.
Quest’oggi ho la fortuna di parlarvi del Wehlener Klosterberg, un Riesling Kabinett del 1985 prodotto nell’omonima vigna, centro nevralgico di tutte le altre, e che si sviluppa intorno alla cantina. Qui il suolo è mediamente pesante, roccioso e ricco di ferro, capace di regalare vini eleganti e di grande longevità.
Prerogative che a distanza di 32 anni si sono confermate tutte nel calice. Rinnega alla vista la sua età anagrafica sfoggiando una lucente veste dalla tenue tonalità paglierine. Al naso è prorompente, articolato nelle prime battute sulle tipiche note di idrocarburi e di minerali in tutte le declinazioni immaginabili. Successivamente trovano spazio gli altresì tipici profumi di sottobosco e di funghi, corredati da note balsamiche, di finocchietto secco e gelee al limone. Il sorso è di quelli che mette in riga anche il degustatore meno attento. Agile, secco e tagliente, destabilizza il palato con una sferzata acido/sapida di tutto rilievo. Di grande impatto e persistenza, chiude coerentemente sulle note minerali, funginee ed agrumate. Ad averne più di una in cantina, è sicuramente un vino da bere con ingordigia ma dal notevole potenziale che gli garantirà ulteriori decenni di invecchiamento.
Ho avuto modo di apprezzarlo in un ampio calice ad una temperatura compresa tra i 12 ed i 14°C, dopo averlo stappato con 3 ore di anticipo ed averne apprezzato l’evoluzione nel calice e nell’arco dell’intera giornata.
Personalmente, in virtù sopratutto della grande freschezza e sapidità, ritengo che possa essere il compagno perfetto di un’Aragosta in Bellavista, così come l’argomento su cui meditare tra amici ed appassionati.
Rubrica a cura di Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia,
Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina.