Pompei, Aldo Montagnaro: “Perché i giovani? Semplice, siamo più efficienti e produttivi dei colleghi più anziani”

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Aldo Montagnaro, dottore laureato in economia aziendale, è uno dei molti giovani che, in questa tornata elettorale, hanno scelto di scendere in campo. Sono diversi gli schieramenti in cui (forse per la prima volta) si vedono fronteggiare i giovani pompeiani. Aldo Montagnaro, già consigliere del Forum dei Giovani, ha scelto di ingaggiare questa sua prima esperienza politica con la coalizione del candidato sindaco Gaetano Coccoli (detto Nino) nella lista Gioventù Pompeiana.

Che ruolo devono avere i giovani, secondo te, in questa nuova finestra politica a cui tende ad affacciarsi la politica locale pompeiana?

Sono del parere che i giovani debbano avere un ruolo dinamico nella politica, poiché il cambiamento può compiersi solo grazie a menti nuove e libere.
Per molto tempo abbiamo lasciato fare ai più “grandi”, che hanno palesemente fallito, altrimenti non ci troveremmo in tale situazione. È chiaro che, con la rivoluzione digitale, sono cambiate tante cose nell’ambito sociale, economico e politico e i giovani si sono adattati a questo cambiamento, anzi, ne hanno fatto il loro punto di forza.
La vita politica locale è sempre stata sterile e inetta. La maggior parte dei nostri vecchi amministratori non ha nemmeno un grado di cultura adeguato per svolgere il proprio lavoro. Siamo arrivati al punto in cui si può ottenere una poltrona al Comune solo perché si è amico di “Tizio” o di “Caio” senza avere alcun tipo di competenza specifica, senza ascoltare i bisogni dei cittadini e senza essere in grado di proporre soluzioni idonee alla realizzazione di tali bisogni.
Dall’altro lato, invece, ci sono giovani che hanno voglia di fare (la maggior parte laureati) e mettere in campo i loro progetti e le loro idee.
Ne abbiamo dato dimostrazione con il Forum dei giovani, con il quale abbiamo dato vita ad iniziative molto importanti, alcune a costo zero, nonostante i rapporti con l’amministrazione non fossero idilliaci a causa del commissariamento.

Come può rinascere la figura dei giovani pompeiani? In che modo, secondo te, posso sentirsi pieni di speranze nei confronti di un territorio che, negli ultimi tempi, li ha delusi?

Viviamo in una Pompei che purtroppo non è vicina ai nostri problemi, non ci aiuta, non ci sostiene al massimo delle proprie capacità. Tutto questo disagio è frutto del disprezzo e della sfiducia che abbiamo nei comportamenti delle istituzioni locali. I politici, i nostri rappresentanti, sono distanti da noi e per questo non possono aiutarci, perché hanno creato un mondo diverso da quello che noi desideriamo. Per riuscire ad avvicinarsi alle nostre esigenze e ai nostri sogni dovrebbero venire nei luoghi da noi più frequentati dove si svolge la nostra vita, non certo restare nei palazzi. Dovrebbero cercare di capire di che cosa abbiamo realmente bisogno.

Perché è importante ripartire dai giovani?

Il motivo è semplicissimo: siamo molto più creativi, produttivi ed efficienti dei nostri colleghi più “anziani”.
Molto dipende dalla nostra prontezza nell’adattarci al cambiamento e alla nostra familiarità con i nuovi mezzi di comunicazione e di produttività. Siamo disposti a lavorare per gli altri, a formarci e a crescere professionalmente. Siamo a nostro agio con il “nuovo” e abbiamo voglia di lavorare per il bene del nostro paese.
Insomma abbiamo una marcia in più, considerando che siamo il “futuro”.

A quali infrastrutture, voi giovani, puntate per un futuro migliore sia per i cittadini in generale che per voi stessi?

Quelle presenti in tutte le città normali, ovviamente!
1) Io ripartirei da una Biblioteca Comunale. Devi sapere che nella provincia di Napoli ci sono circa 110 biblioteche (private e pubbliche) che danno prestigio e lavoro alla città. La cosa è fattibile nell’immediato perché sia la regione Campania che l’UE hanno stanziato fondi per la realizzazione di una biblioteca.
2) Musei in provincia ce ne sono 30! Nella città di Pompei solo uno, dedicato al Beato Bartolo Longo, in questo senso si potrebbe avviare un accordo con il Prelato per dare spazio ai giovani artisti emergenti tramite mostre organizzate a tema.
Anche per quanto riguarda i musei ci sono fondi stanziati, quindi le cose si possono fare ma non vogliono o non sanno farle!
3) La presenza di un centro sportivo polivalente, dove chiunque possa praticare le proprie passioni.
Si tratta, come vedi, di proposte per l’integrazione culturale e sociale, finalizzate a renderci una città unita da tutti i punti di vista.
Da soli si va veloci,ma insieme si va lontani!