Un giorno in Croce Rossa. La modernità di un antico volontariato.

Spunti per ripartire

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Com’è appartenere a un grande gruppo? Com’è lavorare tenendo L’Altro presente nella mente e nel cuore? Nessuno più di un’istituzione di volontariato così famosa come la Croce Rossa è accreditato per spiegare ai lettori il significato di una declinazione forte dell’Umanesimo: il pensiero per l’emancipazione di sé e dell’altro. Per comprendere meglio, ci siamo rivolti al coeso ed efficiente gruppo della Croce Rossa di Lauro in provincia di Avellino, nella persona della responsabile della comunicazione, dott.ssa Valentina Manna.

 

– Qual è il senso specifico della Croce Rossa rispetto alle altre istituzioni di volontariato italiane?              La Croce Rossa rappresenta una delle Associazioni umanitarie più antiche del mondo. Non trovo etico fare distinzioni e mettere paletti tra il nostro modo di operare e quello delle altre Associazioni: siamo tutti fratelli da questo punto di vista e cooperiamo spesso per fini nobili. Posso però raccontare il mio punto di vista e le mie riflessioni come volontaria di Croce Rossa: quello che probabilmente può distinguerci sul territorio non è soltanto la capillarità –  ad esempio nella sola provincia di Avellino contiamo 6 gruppi (Avellino, Lauro, Cervinara, Parolise, Taurasi e Sant’Angelo dei Lombardi) e un altro Comitato autonomo che è quello di Ariano Irpino, che ha anche una sede distaccata a Villanova del Battista – ma il fatto di essere un’Associazione simbolo per quanto riguarda la tutela dei vulnerabili. Ciò ci permette, non senza grandi sforzi, di essere punti di riferimento affidabili sul territorio. In Italia, inoltre, siamo parte integrante del Sistema di Protezione Civile: questo significa che in casi di calamità naturale e di emergenze, veniamo interpellati dalla Sala operativa con la quale ci coordiniamo. Un esempio molto recente è stato quello del crollo della palazzina di Torre Annunziata. La formazione è continua, costante e regolamentata dai nostri Statuti: ogni volontario può seguire poi la propria vocazione, ma ci sono delle competenze base che tutti devono possedere. Inoltre mi piace sottolineare – con una punta di orgoglio – che la Croce Rossa nasce come “atto rivoluzionario”: infatti, prima dell’idea del fondatore, il filantropo Ginevrino Jean Henry Dunant – primo premio Nobel per la pace nel 1901 – di garantire a tutti i feriti in guerra le cure e la tutela al personale sanitario, le battaglie si combattevano anche lasciando a terra i soldati di altri schieramenti. Le Convenzioni di Ginevra sono il nostro fiore all’occhiello e soprattutto rappresentano il tentativo di rendere – se possibile – la guerra più “umana” attraverso il rispetto delle regole.

– Che cosa insegna il prestare volontariato in Croce Rossa?  Fare esperienza nel mondo del volontariato è una cosa che consiglio di fare almeno una volta nella vita. Spesso aiuta non solo a vedere il mondo sotto una nuova prospettiva, ma getta una nuova luce su sé stessi, aiuta a comprendere i propri limiti e i propri punti di forza. È un’ottima palestra di vita: il Comitato di Avellino, in conformità con le richieste del territorio, cerca di lavorare molto non solo sul settore sanitario – ovvero con la piattaforma 118 di Avellino e con i trasporti in ambulanza su richiesta – ma anche su quello sociale. Questo comporta spesso l’entrare in contatto con la reale sofferenza umana, con realtà di degrado, con la voglia delle persone di reagire e riemergere. Io lo chiamo “confronto con la vita vera” e come da tutti i confronti non può che nascerne qualcosa di buono: l’empatia, la determinazione, l’umanità sono tante delle virtù che si imparano ed approfondiscono oltre, ovviamente, ad una buona preparazione in campo sanitario e di protezione civile.

-Come si atteggia la gente nei confronti del volontariato?       Il nostro rapporto con la popolazione è sempre stato buono: molto spesso riceviamo attestati di stima anche se spesso molti non si capacitano del fatto che il nostro lavoro non viene retribuito! Quando un’Associazione riesce ad essere presente e parte attiva delle dinamiche del territorio e se riesce ad apportare un beneficio concreto alla vita delle persone, quest’ultime ne tengono conto e spesso ce lo dimostrano con affetto. Un esempio sono le nostre nonnine della Casa di riposo “Il Roseto”, dove spesso i nostri volontari si recano per trascorrere qualche ora spensierata insieme.

– Quali sono i vostri corsi e come si accede? Quando si tengono?        Per entrare in Croce Rossa bisogna frequentare un corso di circa 7 lezioni con esame teorico-pratico finale, al termine del quale si diventa soci. Una volta divenuti soci prosegue la formazione interna con affiancamento e ogni volontario può scegliere di “specializzarsi” in ciò che ritiene più consono ai suoi interessi e capacità. I Corsi vengono organizzati periodicamente dal Comitato nelle varie sedi territoriali a seconda del numero di persone che ne fanno richiesta. Chiunque fosse interessato può lasciare i propri dati e contatti sulla nostra piattaforma nazionale www.gaia.cri.it : verrà automaticamente avvisato con una e-mail quando si apriranno le iscrizioni ai corsi base più vicini. Inoltre, si organizzano campi di esercitazione estivi

– Ci descrive una vostra giornata tipo dei volontari di Croce Rossa?                               Un volontario non ha una giornata “tipo” nel senso stretto del termine: egli sceglie di dedicare parte del tempo che desidera al raggiungimento di alcuni obiettivi preposti. Ognuno di noi cerca di sviluppare i propri talenti personali in Croce Rossa: anche per questo, come dicevo prima, essa è un’ottima palestra. Chi ha sangue freddo e precisione si dedica al primo soccorso, chi sa portare allegria lavora con i bambini, chi sa comunicare si occupa di pubblicità e pubbliche relazioni. Ognuno può mettere a frutto le proprie attitudini, come in una piccola azienda, e lo può fare compatibilmente con i propri impegni personali: tra i nostri volontari ci sono tantissimi studenti ma anche tanti lavoratori e addirittura pensionati.

– Qual è il vostro contributo sul territorio (iniziative, attività etc.)? Quali le vostre più recenti battaglie?   La nostra presenza sul territorio è piuttosto discreta ma negli anni ci siamo impegnati per portare avanti una serie di obiettivi che in parte abbiamo raggiunto. Uno di quelli che maggiormente ci inorgoglisce è quello promosso insieme a “Trenta Ore per la Vita”: grazie ai soldi raccolti siamo riusciti a dotare alcune strutture sportive della Provincia di un defibrillatore semiautomatico, formando il personale al suo utilizzo. Inoltre abbiamo anche sostenuto il progetto autonomamente a Lauro, rendendolo un Comune Cardioprotetto. A Taurasi i nostri volontari, grazie al progetto “Mi prendo cura di te”, si recano periodicamente in casa di alcuni anziani della cittadina alto-irpina per un po’ di sostegno e conforto. Ultimamente, grazie alla collaborazione con la Regione Campania e il Servizio Civile Nazionale, abbiamo potuto selezionare venti giovani che verranno impiegati nei progetti “Chronos” e “ProntoCri” in partenza dopo l’estate.

– Quali sono le carenze che riscontra sul territorio nei riguardi dei valori e dei servizi che Croce Rossa rappresenta?                            Le carenze strutturali ed infrastrutturali purtroppo sono molteplici e ci facciamo i conti ogni giorno, partendo dalle strade dissestate che danneggiano i mezzi di soccorso, passando per le difficoltà burocratiche di ottenere permessi o la mancanza di fondi per portare avanti le nostre attività. Non ci piace puntare il dito contro nessuno: non è nel nostro stile, però spesso la fatica sta più nel partire che poi nell’offrire realmente un servizio alla popolazione. Oramai il terzo settore è diventato una sorta di “stampella” per lo Stato, nel tentativo di poter garantire diritti e dignità che spesso vengono negati.

– C’è dialogo e cooperazione a vari livelli tra le diverse istituzioni di volontariato, per esempio tra voi e la Protezione Civile o la Caritas, e tra le differenti sedi di Croce Rossa del territorio?         Come precedentemente affermato ci sono rapporti di collaborazione e civile convivenza con gli altri organi della Protezione Civile e le Associazioni volontaristiche presenti sul territorio. Nel nostro caso specifico, abbiamo in essere periodiche collaborazioni con la Caritas e supportiamo Libera. Inoltre ricordo con particolare emozione un tragico evento che ci ha visto lavorare unitamente gomito a gomito senza alcuna distinzione di casacca, ossia la strage di Monteforte Irpino del 28 luglio 2013. In quella data, un bus di turisti che transitava sul viadotto Acqualonga precipitò rovinosamente causando 48 vittime: l’incidente automobilistico più grave della storia d’Italia. Il dolore e la voglia di rendersi utili per chi in quel momento si trovava a subire un dolore immane ci ha resi, se possibile, ancora più uniti e parte di un’unica famiglia: quella che ha a cuore l’umanità.

– Le istituzioni civili cittadine come Comune e Regione interloquiscono con voi o vi lasciano a un operare isolato?                Spesso è molto difficile interloquire con Comuni, Province, Regioni, Sindaci, per via delle tante emergenze che le stesse affrontano ogni giorno. Sicuramente trarremmo tutti più vantaggio dall’avere un dialogo continuo e strutturato con tutti gli elementi di questa grande catena ma questo purtroppo non è sempre possibile. Fortunatamente riusciamo a fronteggiare alcune emergenze collaborando con i Comitati CRI delle altre Province campane, con cui si sono instaurati rapporti fraterni oltrechè lavorativi.

– E’ possibile donarvi il 5×1000 o contribuire alle vostre attività in altri modi?        La Croce Rossa Italiana è composta da più di 600 Comitati e più di 100.000 volontari. Grazie all’impegno di tutti abbiamo effettuato più di un milione di Servizi Sanitari ed assistito più di 500.000 persone.  Anche il nostro Comitato ha contribuito a raggiungere queste cifre confortanti: tuttavia avere l’aiuto e il sostegno dei cittadini è per noi indispensabile. Già da tre anni è possibile donare il 5×1000 alla Croce Rossa Italiana e in particolare al Comitato CRI di Avellino. Il nostro codice fiscale è il seguente: 02792820645. E’ possibile sostenere le nostre attività divenendo soci sostenitori della Croce Rossa Italiana. I Soci sostenitori sono persone fisiche o giuridiche che versano un contributo economico a sostegno dell’azione associativa. Essi entrano a far parte dell’Associazione con il versamento di un contributo, stabilito a livello nazionale, che quest’anno è stato fissato a 20,00 euro. Per chi fosse interessato può contattarci al numero di telefono 082524122 in orario di ufficio, all’indirizzo mail avellino@cri.it e sulla nostra pagina Facebook Croce Rossa Italiana – Comitato di Avellino.

 

Il link youtube con contenuti mediali sulle attività della Croce Rossa e il canale dell’istituzione: https://www.youtube.com/results?search_query=croce+rossa