I Vini di Indovino: il sommelier recensisce il Cru di Aglianico prodotto sui terrazzamenti di Cannetiello

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Cilento Aglianico DOP, Vigna Girapoggio, Verrone Viticoltori, 2011
Ci troviamo in località Cannetiello, ad Agropoli, alle porte del Parco Nazionale del Cilento. Qui nel 1967 Antonio Verrone, spinto dalla passione per la viticoltura, impianta i primi vigneti di Aglianico e Fiano: una scelta logica per lui che, con lungimiranza, ha creduto sin dall’inizio nelle varietà tradizionali. Questi vigneti dimorano sui declivi collinari lungo i quali sono stati ricavati dei terrazzamenti a “Girapoggio”, a 150m di altitudine, affacciati sulla costa cilentana. Ad essi si sono aggiunte recentemente le vigne di Fiano nel borgo di Rocca Cilento, ad 800m slm: tutte curate personalmente, con tecniche a basso impatto ambientale, da Antonio e dai figli Paolo e Massimo, supportati dall’enologo cilentano Alfonso Rotolo. Quest’oggi vi parlo dell’Aglianico Vigna Girapoggio, un Cru che viene proprio dalla vigna storica, caratterizzata dal suolo ricco del tipico flysh cilentano. Le uve, concentrate dalle basse rese, vengono vinificate in acciaio, dove il vino matura per 12 mesi, ed affinato poi in bottiglia per altri 12 prima della commercializzazione. Nel calice ha una vivida ed impenetrabile veste rubina, che trasmette ricchezza in estratto, struttura, ed una buona dose di alcolicità: per la lacrimazione lenta, fitta e regolare. Il naso è d’impatto, fine e ben articolato: esordisce su toni di marasca sotto spirito, poi rosa appassita, richiami terrosi, mentolati e di macchia mediterranea. In bocca è pieno, morbido ed avvolge il palato con una piacevole carezza alcolica. È sorretto da una grande freschezza a supporto di un tannino vigoroso, ed impreziosito da una stimolante sapidità che rende la bevuta ancor più piacevole. Appaga in chiusura con coerenti ritorni aromatici di frutta in prima istanza, che cedono poi il passo a quelli vegetali e terrosi. Un rosso territoriale, di carattere, pienamente apprezzabile e capace di evolvere ulteriormente: da bere in un calice piuttosto ampio, a 16°C, magari con una Tagliata di manzo al rosmarino

RUBRICA A CURA DI ANTONIO INDOVINO , Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina