Giornata internazionale dello sport, ma in Italia il Governo gli rema contro

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Giornata internazionale dello sport, ma in Italia il Governo gli rema contro

Il 23 agosto del  2013, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite decise di proclamare il 6 aprile Giornata internazionale dello sport per lo sviluppo e la pace. La data per la ricorrenza è stata scelta in memoria dell’anniversario dei primi Giochi Olimpici dell’era moderna del 1896 tenutisi ad Atene, quelli voluti dal Barone De Coubertin che cercò  di mettere lo sport al posto della guerra, una competizione, non uno scontro armato, come i giochi della Grecia classica che si facevano fermando ogni conflitto. Ci sono gesti sportivi che sono diventati segnali politici, alle Olimpiadi di Città del Messico del 1968,  i velocisti americani Tommie Smith e John Carlos, oro e bronzo nei 200 metri, alzarono il pugno con il guanto nero a raccontare la lotta degli afroamericani per i diritti civili. Il secondo classificato, Peter Norman, australiano, bianco, indossò come loro la coccarda che ricordava quei diritti. Ci sono competizioni diventate veicolo per unire un popolo come il mondiale di rubgy del 1995,  vinto dal Sudafrica in casa con una squadra di soli bianchi benedetta dall’allora presidente Nelson Mandela. Quella vittoria servì più della politica che allo sport.

Come ha potuto il nostri paese, la grande Italia, in un momento storico cosi’ delicato come questo dimenticare lo sport? L’attuale Governo Draghi ha iniziato con il ritenere non importante la nomina di un Ministro dello sport, decidendo solo molte settimane dopo di nominare una sottosegretaria con delega;  a decisioni,  in termini di mancato supporto al settore,  ormai prese. Oggi vige il silenzio più assoluto sullo sport di base e sul suo futuro. Sei mesi di chiusura continua, dopo un anno di inattività  di palestre e piscine, senza alcun sostegno economico, senza nessun progetto all’orizzonte, che miri ad un rilancio del settore. Ci sono 97 enti in Italia che si occupano di sport, ricreazione e tempo libero, dedicate maggiormente all’inclusione dei disabili o dei ragazzi con situazioni difficili alle spalle, strappati dalla strada e dalle mani della criminalità.  Oggi la mancanza di riconoscimento della importanza dello sport significa mancanza di riconoscimento della importanza della aggregazione sociale attraverso esso. Durante questo periodo di pandemia, data l’unica possibilità di poter praticare  attività fisica all’aperto, lo sport è stato visto come uno dei pochi spiragli di normalità nella vita di tutti i giorni. Lo sport è sempre stato  un’ottima cassa di risonanza per messaggi sociali importanti, questo Governo non lo capisce o non lo vuole capire. È un ottimo veicolo per promuovere iniziative, per fare girare l’economia e creare nuovi posti di lavoro. Bisogna contribuire ad accrescere la consapevolezza del ruolo storico svolto dallo sport  nel perseguire sviluppo, pace, parità di genere e integrazione sociale, solo cosi’ il nostro paese potrà degnamente chiamarsi ITALIA.