Tra mito, storia e gusto la tradizione del torrone per la ricorrenza dei defunti. Le infinite creazioni croccanti e morbide del Bar Veneruso di Sorrento

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Vuoi che la forma a lingotto ricordi vagamente la bara. Vuoi che sin dall’antichità c’è una relazione tra la notte che anticipa la ricorrenza dei

Nella foto al centro Salvatore Veneruso, titolare dello storico bar, con il barman Donato Iaccarino ed il maitre Giuseppe Vacca

defunti e vari tipi di dolcetti. O vuoi ancora che nel mondo intero, da halloween fino alle leggende del nord Europa passando per la tradizione dolciaria siciliana, si mette insieme cibo e aldilà, parlare di torrone dei morti è un argomento molto familiare oltre che goloso. A Napoli poi questo torrone morbido, quasi cremoso, prende i mille colori e sfumature dei tanti gusti che attirano dalle vetrine di ogni bar e pasticceria degna di questo nome. Infatti, nella città partenopea e nella sua provincia, come in tutto il sud Italia, il rispetto e la riverenza verso i morti sono anche motivi per far festa, con rituali scadenzati e antichi e cibi ben precisi. Perciò, secondo la tradizione, il torrone viene preparato in segno di offerta ai parenti defunti, ai quali è consentito ritornare nelle proprie case proprio la notte tra il 1 e il 2 novembre, anche per assaggiare il prelibato torrone. Ma a parte il famoso torrone dei morti, dalla forma che può ricordare il “tauto”, in questi giorni le pasticcerie sono piene zeppe ti tanti e tanti tipi di torroni che spaziano da quelli classici dall’impasto bianco, fino a quelli formati dalle solo nocciole e miele o arachidi e miele o ancora dall’impasto classico aromatizzato con un infinità di ingredienti a partire dal cioccolato, Insomma un trionfo di torroni di ogni foggia, colore e misura che per i prossimi giorni e fino al 2 novembre saranno una costante e dolce tentazione. Anche a Sorrento dove lo storico Bar Veneruso, che tiene aperti i battenti dal 1930, ha messo in vetrina un’infinità di gusti da lasciare senza fiato. Qui Salvatore Veneruso, che gestisce l’antica pasticceria di famiglia con la sorella Rosaria, propone una varietà di torroni morbidi, a forma di lingotto, veramente notevole. A parte la copertura di cioccolato che può essere fondente, al latte o bianca, quello che ha scatenato la fantasia dei pasticceri di casa Veneruso sono le farciture. Si va da quella a cassata siciliana a quella al gianduia, da quella al pistacchio a quella alla nocciola e così via elencando. Poi ci sono i torroncini su cui troneggiano quelli martiniani. quelli che per la storia hanno aperto la strada al torrone moderno, nati nel 1700 sono arrivati ai nostri giorni con lo stesso antico gusto. Sono preparati con zucchero, mandorle tostate, miele, albume d’uovo, cacao amaro, oli essenziali e spezie in polvere e in Calabria, precisamente a Bagnara si sono conquistati addirittura il marchio Igp. Ma l’elenco continua con il torrone croccante misto, quello croccante alle mandorle, quello bianco tradizionale, quello durissimo ed i mille torroncini che riproducono in miniatura tutto il lungo elenco degli infiniti gusti completando con i loro vari colori questa antica e golosa tradizione.

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