La riflessione di Papa Francesco sui  peccati di gola che stanno uccidendo il nostro pianeta

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Cibo e religioni non sono mai andarti d’accordo. I digiuni che vanno dall’induismo al cristianesimo, passando per il ramadan islamico o le rigide regole della cucina ebraica ne sono l’esempio lampante. Per i precetti religiosi il corpo deve essere appena nutrito per lasciare il tempo e lo spazio necessario alla spiritualità. Non a caso per Sant’Ambrogio, dottore della chiesa cattolica, la fame è amica della verginità e nemica della lussuria. Come dire che la virtù non si può raggiungere se si mangia.  Ma questo modo di vedere il cibo da parte di chi si occupa dell’animo umano e della sua spiritualità trova oggi un inedito elemento di riflessione. Un argomento che coinvolge l’intera umanità, anche quella che si professa atea o semplicemente non credente. E questo elemento di riflessione lo ha posto non a caso Papa Francesco che ormai ci ha abituato, con il suo modo di ragionare schietto, coerente, innocente e coinvolgente ad essere sempre d’accordo con lui. Il Papa sostiene che uno dei peccati più pericolosi di questo secolo sia quello della gola. Detto così, sembra che Papa Francesco ce l’abbia con i buongustai e con chi ama rilassarsi a tavola. Ma niente di tutto questo. Papa Francesco è stato molto chiaro spiegando che la gola «è forse il vizio più pericoloso, che sta uccidendo il pianeta». Perché se «il peccato di chi cede davanti ad una fetta di torta, tutto sommato non provoca grandi mali», invece «la voracità con cui ci siamo scatenati, da qualche secolo a questa parte, verso i beni del pianeta sta compromettendo il futuro di tutti». Insomma, la bulimia che, negli ultimi decenni, pervade il genere umano sta distruggendo il mondo. La prospettiva che apre questo pensiero del Papa alla fine coincide con le antiche leggi descritte nei testi sacri; ma apre un nuovo fronte che non può essere ignorato. Da nessuno. Il nostro pianeta viene depredato ogni giorno delle sue ricchezze naturali per fare posto agli allevamenti animali che sono tra le maggiori cause d’inquinamento. La pesca senza regole da parte di molte nazioni sta impoverendo i mari. L’agricoltura intensiva, con l’uso massiccio della chimica, compromette fiumi e laghi. L’industria agroalimentare, gestita dai paesi ricchi, ha sempre di più connotati da multinazionale che vuole imporre la globalizzazione anche a tavola.  Insomma la produzione smisurata di cibo per una parte di umanità sempre più avida di avere il cibo a disposizione in ogni stagione e ad ogni ora del giorno e della notte sta portando al collasso la Terra, con l’aggravante che altri milioni di essere umani lottano ogni giorno per un pasto quotidiano che spesso non riescono a procurarsi. Le disparità tra nazioni ricche e povere passano anche attraverso il rapporto con il cibo che manca nei Paesi poveri e si consuma in eccesso in quelli ricchi con il grave rischio di compromettere per sempre il futuro di tutti noi.  Ed è questo il peccato di cui parla Papa Francesco che deve far riflettere anche i non credenti.