“I Vini di Indovino” Il sommelier recensisce il bianco d’Ischia

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Biancolella D’Ischia DOC, Vigna del Lume, Antonio Mazzella, 2011

Il lavoro di tre generazioni ed un passato colmo di sacrifici ed impegno: questa è la storia delle cantine Antonio Mazzella, fondate da Nicola nel 1940 e ampliate da Antonio, figlio del fondatore, perfezionate nella produzione di vini di qualità dai nipoti Nicola e Vera. Ci troviamo nel villaggio di Campagnano, sul versante Sud dell’Isola di Ischia a circa 150 metri sul livello del mare: contesto in cui le strade e le condizioni dei terreni non sono delle più agevoli.  Tanto sacrificio unito a costanza e passione per le viti ed il loro prezioso frutto hanno reso possibile la trasformazione di queste aree disagiate da aride ed abbandonate in fiorenti e produttive. I terreni di coltivazione sono raggiungibili solo a piedi per mezzo di antichi sentieri. L’inclinazione è estrema, i terrazzamenti sul mare hanno pendenze superiori al 50% e costringono i vignaioli a servirsi di monorotaie o addirittura a trasportare a spalla le cassette durante la vendemmia.  Qui la quota altimetrica fa i conti con le coste a picco e le pinete in concorrenza con i vigneti aggrappati ai piccoli fazzoletti assolati ed esposti ai venti, guadagnati alla vegetazione che avanza:ciò rende ancora più difficile la cura delle viti e contribuisce a rendere unici questi prodotti.
L’azienda si prende cura di 10 ettari in tutto, alcuni di proprietà ed altri in conduzione, oltre ad avere una serie di conferitori esterni e familiari.  La raccolta, la pigiatura e la torchiatura dell’uva vengono praticate a mano in antiche cantine scavate nella roccia tufacea dove rimane per circa 12 ore e poi viene trasportato via mare con appositi contenitori posti su barchette di legno che dalla baia di San Pancrazio si spostano fino all’antico Borgo di Ischia Ponte, dove viene trasferito nella cantina a Campagnano, ai piedi del Monte Vezzi.  Così come il padre Antonio, Nicola e la sorella Vera si dicono fieri di custodire la forte identità contadina di un’isola dove coltivare la terra è sì fatica quotidiana, ma allo stesso tempo una tradizione altresì viva nel presente. Ho avuto modo di degustare recentemente il Vigna del Lume.
E’ un vino ottenuto dalla vinificazione leggermente posticipata di Biancolella in purezza, allevata con bassissime rese in località Punta del Lume (volgarmente chiamata “o’ lummo” per un costone di roccia che aveva le sembianze del lume) a est dell’isola, a 100 metri dal livello del mare.
La fermentazione avviene a temperatura controllata intorno ai 16-18° C e si protrae per 50 giorni circa. Successivamente in vino viene decantato a freddo ed affinato prima in acciaio e poi in bottiglia.
Alla vista si presenta con una vivace e carica tonalità paglierina dai riflessi verdolini, dal buon estratto per il suo incedere abbastanza lento e composto nelle roteazioni del calice.
Al naso trovano spazio al contempo richiami di frutti e fiori gialli come l’albicocca e la ginestra, unitamente a delle note iodate e di macchia mediterranea. Il sorso è ricco e ben bilanciato da una grande freschezza ed una piacevole e stimolante scia sapida, con una chiusura di bocca che richiama con coerenza le note salmastre e vegetali.
Ho avuto modo di apprezzare il Vigna del Lume in un calice di media grandezza, intorno ai 10/12°C. Personalmente lo abbinerei a dei “Calamaretti scottati, farciti di Crocchè di Patate”.
Rubrica a cura di: Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina