Pompei, l’addio a Stefano. Il Parroco: “Stefano non è morto, vive tra noi”

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Il silenzio nel giardino della Chiesa dell’Immacolata Concezione di Tre Ponti, (nonostante fosse stracolmo di gente) quella dove sono stati celebrati i funerali di Stefano Maurino, deceduto a causa di un tragico incidente in moto a Terzigno lo scorso 23 maggio, fa calare un gelo di tristezza su chiunque si sia ritrovato a passare di lì. Palloncini che volavano al vento mentre la bara sfilava tra la gente. Un corteo di motorini pronto ad accompagnarlo nel suo ultimo viaggio. Una messa commovente. “Stefano lo conoscevamo tutti da anni. Quando era piccolo l’ho addirittura tenuto in braccio – sono queste le parole di Don Sebastiano Bifulco durante la toccante omelia -. E’ un dolore inspiegabile, ma bisogna pregare. Perchè pregare per Stefano vuol dire credere che lui non è morto. Oggi Stefano vuole dire ad ognuno di noi che dobbiamo imparare a camminare nella strada del Signore e dobbiamo essere forti per ricominciare, sempre. La morte ci spaventa, ci fa piangere. Ma se la guardiamo con gli occhi della fede allora tutto questo trasfigura, e, Stefano, risorge in ogni momento, nei vostri cuori”. Alla fine della funzione in Chiesa, poi, Don Sebastiano fa sapere che le offerte raccolte saranno devolute interamente per adottare un bambino a distanza in ricordo di Stefano. Un applauso lunghissimo; il coro che si innalza col suo nome: “Stefano”; il corteo di moto (una delle sue passioni) che accompagna quell’applauso; la maglia con il suo volto stampato, indossata da tutti gli amici, e con una frase toccante: “I suoi pensieri mi girano nella mente senza sosta. La sua perdita lascia in me un grande vuoto. Fratello Nostro”; gli striscioni col suo nome fuori dalle abitazioni; gli amici cantano “Un giorno all’improvviso”, il famoso coro cantato ad ogni finale di partita dai tifosi del San Paolo, perché, Stefano, era un tifoso sfegatato del Napoli. Così, amici e parenti, salutano per l’ultima volta il caro Stefano.

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