Angri, dati allarmanti per il commercio salernitano: insorgono le associazioni

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ANGRI – Secondo l’ultimo dato dell’Osservatorio economico elaborato dalla Camera di Commercio, il bilancio imprenditoriale del 2015 della provincia di Salerno, sta registrando un miglioramento che si attesta su di un incremento di 1370 imprese, circa il doppio di quanto si era registrato nell’anno precedente, con un significativo tasso di crescita (+1,2%) determinato principalmente dal rallentamento nelle chiusure degli esercizi: oltre 800 imprese in meno hanno cessato le attività nell’anno appena concluso rispetto al 2014. Segnali positivi anche sul fronte dei fallimenti: nel 2015 le imprese salernitane coinvolte, sono state poco più di 200, il 12% in meno dell’anno precedente.

” Chi è sopravvissuto alla crisi non ha certo finito di combattere” esordisce in questo modo il Presidente Confesercenti Angri, Aldo Severino.
Lo studio mostra come oggi la percentuale è molto più alta e i settori maggiormente colpiti sono quelli: dell’agricoltura che, con 382 attività registrate, 13 in meno rispetto al 2014, ha visto 17 nuove iscrizioni e 29 chiusure; delle attività manifatturiere, con sole 5 nuove imprese e 17 cessazioni; delle costruzioni, che a fronte di 13 nuove attività ha registrato 20 chiusure; anche il commercio all’ingrosso e dettaglio segna un trend negativo con 65 negozi aperti e 74 saracinesche abbassate; nel trasporto e magazzinaggio poi, 2 attività aperte e 10 chiuse. In pareggio restano invece, i servizi di comunicazione, le attività artistiche, sportive e di intrattenimento, i servizi finanziari e immobiliari, mentre le attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese, chiudono l’anno in positivo con 7 aperture e 3 cessazioni, anche le attività di  accoglienza e ristorazione restano in attivo con un totale di 194 registrazioni, 9 in più rispetto all’anno precedente, 15 nuovi esercizi e 14 chiusure.

“Lo Stato – conclude Severino – deve promuovere più  investimenti per le imprese, migliorando l’efficienza del mercato del lavoro, l’Amministrazione locale deve studiare forme di agevolazione per i nostri commercianti e i proprietari dei negozi stessi, devono proporre dei canoni più accessibili. Questa è l’unica strada per non far morire definitivamente le nostre imprese, il nostro commercio, la nostra città”.

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"Vivere e non Vivacchiare" [cit.]