Il 23 a Napoli il sacerdote messicano Alejandro Solalinde presenta il suo libro “I narcos mi vogliono morto”

Pubblicità

A Napoli, nella parrocchia Buon Pastore di Fuorigrotta (via delle Legioni, 10), si terrà lunedì 23 ottobre (ore 19) l’incontro organizzato dall’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Pozzuoli con padre Alejandro Solalinde, candidato al premio Nobel per la pace 2017, ma soprattutto una delle persone oggi più importanti al mondo nella difesa dei diritti umani.  Con il sacerdote messicano, autore del libro “I narcos mi vogliono morto”, edito dalla Emi (Editrice Missionaria Italiana), interverranno monsignor Gennaro Pascarella, vescovo di Pozzuoli, Gianluca Guida, direttore dell’Istituto penale minorile di Nisida, don Paolo Auricchio, vicario generale e direttore dell’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali. Modera il giornalista Ciro Biondi. Traduce Gennaro Buono.
Padre José Alejandro Solalinde Guerra, 72 anni, nel libro – realizzato insieme alla giornalista di Avvenire Lucia Capuzzi e con prefazione di don Luigi Ciotti – racconta la sua storia e denuncia la situazione drammatica presente nel Messico, dove si contano oltre 23.000 omicidi all’anno e va avanti l’orrore delle fosse comuni clandestine.
Sulla sua testa pesa una taglia di un milione di dollari. Vive da cinque anni sotto scorta, i narcotrafficanti lo vogliono morto perché non ha paura di denunciare la tragedia dei 500.000 migranti senza documenti del Centro e Sud America che si trovano a passare per il Messico nel tentativo di raggiungere gli Stati Uniti, né le connivenze con le forze dell’ordine e la politica, con altissimi livelli di corruzione (spesso è l’esercito o la polizia a sequestrare e consegnare alla criminalità manodopera da schiavizzare). Dal 2006 ad oggi si ipotizzano oltre 32.000 scomparsi, in prevalenza migranti che vengono rapiti, chiusi nelle “case de seguridad” (veri e propri campi di concentramento, dove si organizza il traffico di essere umani o di organi), torturati, violentati, uccisi se non pagano un riscatto in cambio della loro stessa vita o non vogliono lavorare come sicari per il crimine organizzato.
Da dieci anni, nel Sud del paese, ha fondato il centro per migranti “Hermanos en el camino” (“Fratelli sulla strada”), dove ogni anno transitano oltre 20.000 migranti diretti negli Stati Uniti. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per il suo impegno sociale, come il Premio nazionale per i diritti umani. Diverse associazioni umanitarie hanno avanzato la sua candidatura al Nobel per la Pace.
Per informazioni sull’evento: comunicazione@caritaspozzuoli.it – cell. 393.5861941