I vini di Indovino: il sommelier recensisce la falanghina espressione del biotipo Falerno

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Falerno del Massico DOC, Agnese, Vitis Aurunca, 2016
Ci troviamo a Cellole, nel casertano, in quella zona che in epoca Romana veniva riconosciuta col nome di Ager Falernus: un fazzoletto di terra compreso tra il massiccio calcareo del Monte Massico, il vulcano di Roccamonfina e la piana del fiume Garigliano. La qualità del vino qui prodotto era ben nota già 2000 anni fa, ed addirittura si riteneva fosse capace di cacciare gli affanni: come scriveva il poeta Quinto Orazio Flacco nelle sue Odi. Qui nel 2008 una coppia di agronomi ed amici, Luigi Vergara e Francesco Ceparano, mossi dallo spirito di valorizzare l’unicità di queste terre, ha dato vita all’Azienda Agricola Vitis Aurunca. Si tratta di una realtà che si estende su una superficie totale di 46 ha, piantati ad ortaggi e frutteti. Nella tenuta trovano dimora 9 ha di vigne che dal 2014, col supporto enologico di Arturo Erbaggio, danno vita ad una gamma di 7 etichette ottenute con varietà rigorosamente autoctone. Il modus operandi dell’azienda segue poche ma fondamentali regole, quali il rispetto dell’ecosistema e delle sue biodiversità, perpetrato con pratiche a basso impatto ambientale: una filosofia in concordanza con il lavoro dell’enologo che ricerca nei vini la loro espressione varietale in funzione del contesto pedo-climatico.  Quest’oggi vi parlo di “Agnese”, un Falerno del Massico da Falanghina in purezza, di cui ho provato la 2016. Tinto di una carica e luminosa veste paglierina dai riflessi dorati, al naso sprigiona profumi di pera williams ed ananas non perfettamente mature, con una nota floreale che ricorda le calle, con un tocco erbaceo di alloro ed una mineralità appena accennata. In bocca è schietto, gioca le sue carte sull’immediatezza di beva più che sulla struttura. Morbido e con una piacevole percezione pseudo-calorica, citrino e sapido, è completato da un’appagante chiusura di bocca in cui si ripropongono soprattutto gli aromi fruttti ed erbacei. Un bianco che berrei ad 8/10°C abbinato a delle Linguine con Tartufi di mare e scaglie di Parmigiano.                                                                          RUBRICA A CURA DI ANTONIO INDOVINO , Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina