O’ Schizzariello: i sapori sorrentini tra i vicoli del centro antico

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Nella foto i patron dello Schizzariello Giovanni Aversa e Giuseppe Coppola

Via San Cesaro, il cuore pulsante del turismo sorrentino, è sempre stata una strada prestigiosa della città del Tasso. Ai tempi degli antichi romani era la sede delle dimore patrizie e da allora ha continuato ad avere la dovuta importanza con le sua antiche chiese, il Sedil Dominova e la sua fontana che  restaurata continua da secoli a stare in bella mostra lungo la via che oggi è attraversata da migliaia di turisti al giorno. La fontana ha dato il nomignolo a questa strada stretta e lunga che per bocca dei sorrentini è diventata O’ Schizzariello che, appunto, deriva da schizzo e precisamente dal debole zampillo d’acqua che emetteva la fontana. E proprio di fronte a questo pezzo di storia sorrentina che Giovanni Aversa e Giuseppe Coppola stanno tentando di scriverne un altro altrettanto importante, anche se di tenore diverso. Qui si parla di gastronomia, di vino e di cibo e precisamente del neo ristorante “O’ Schizzariello”, nome dato in onore della monumentale dirimpettaia. Giovanni Aversa non è nuovo ad avventure del genere. Ha iniziato come barman all’Excelsior Vittoria ed ha gestito con successo il Donna Sofia. Poi la voglia di rimettersi in gioco e l’occasione di giocarsi la partita in un posto di grande impatto turistico. Quindi la scelta insieme al cugino Giuseppe di impiantare un locale a tutto tondo, uno di quelli che offrono da mangiare e bere in ogni momento della giornata, dal cappuccino agli aperitivi e cocktail passando per pizze e birre per finire con i long drink del dopocena. Poi per il pranzo e la cena c’è il menù che prevede tanti piatti della tradizione sorrentina che fanno l’occhiolino al gusto dei turisti di passaggio, tenendo conto però dell’evoluzione in atto nella cucina costiera e del modo nuovo di preparare anche la più classica delle pietanze. Ma chi si vuole far cullare dal gusto dei piatti che da un ventennio stanno riscrivendo la storia della gastronomia nella nostra regione si deve affidare nelle saldi mani di Giovanni Aversa che fuori menù può proporre, a seconda del pescato fresco disponibile, una Parmigiana di pesce bandiera, i Gamberi mandorlati su insalata riccia, lo Spaghettone con vongole, broccoli e scaglie di pecorino,  il Risotto con scampi e limone, gli Spaghetti con granchio, il Crudo di pescato del giorno, l’Ombrina al limone, la Pezzogna con capperi olive e pomodorini, la Ricciola con carciofi e patate. Poi ci sono altri piatti come la  carne con un maestoso Chateaubriand o i primi come i Raviolini al tartufo in salsa di porcini. Ed infine i dolci come il Flan agli agrumi, il Tiramisù, il Babà o la Pastiera in questo periodo. Insomma, una bella varietà che ben racconta dell’idea di cucina di Aversa e Coppola che puntano alla rivisitazione della tradizione senza eccessi e soprattutto conservando la genuinità dei sapori. Del resto Aversa ha iniziato negli anni ’90, proprio quando questo mondo cominciava ad evolversi e lui già da attento barista al Vittoria serviva cocktail a Lucio Dalla a cui oggi ha intitolato una sala del ristorante.

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