Napoli: Gattuso esulta solo al 90°

A Udine Bakayoko salva in extremis una squadra tutta da rifare.

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Niente di nuovo sotto il sole.
O meglio, nel freddo gelido della Dacia Arena.
Una partita sulla carta agevole per il livello tecnico del Napoli certifica, invece, il tutt’altro che semplice momento in casa partenopea.
Pronti via Insigne prova subito la via della porta indirizzando di poco fuori un rasoterra all’esito di uno scambio in area.
Sembra un preludio convincente ma gli azzurri giochicchiano senza grandissima convinzione e articolano una lunga fase di studio.
Il capitano del Napoli, però, si rifà al 15° quando l’arbitro Pasqua concede un rigore agli azzurri per atterramento in area di Lozano.
Musso indovina l’angolo ma il colpo sotto di Insigne è imprendibile per il portiere friulano.
Dopo il gol ci si aspetterebbe un Napoli rinvigorito ma tutto ciò che si verifica è un nulla di fatto con dinamiche di gioco immutate.
Tant’è che Rahmani al 27°, alla prima da titolare, si esibisce in un retropasaggio diabolico intercettato da Lasagna che evita il portiere e pareggia i conti.
Davanti agli occhi dei ragazzi di mister Gattuso si ripresenta l’incubo Spezia con gli azzurri incapaci ad organizzare una controffensiva degna di nota.
Nella ripresa ringhio sostituisce un condizionato Rahamani con Mario Rui riorganizzando una difesa disastrosa.
Il secondo tempo prosegue lento e senza picchi tranne che per qualche folata offensiva dei padroni di casa con Meret sugli scudi.
La gara sembra trascinarsi verso un pareggio senza alternative quando al 90° Mario Rui scodella in area una punizione dalla metà campo sulla quale si avventa imperioso il gigante Bakayoko che di testa anticipa tutti, batte il portiere con l’aiuto del palo e regala al Napoli tre punti fondamentali.

Oltre la vittoria, quello attuale è sicuramente il peggior periodo dell’era Gattuso.
Un Napoli anonimo, insicuro, senza una vera anima oltre gli sterili individualismi, incapace di concretezza sotto porta.
La squadra appare bisognosa di nuovi stimoli e di essere ridisegnata sfruttando meglio e a pieno le caratteristiche dei giocatori di maggior talento.

In sintesi, la vittoria fa tirare il fiato ma rischia di essere solo una bombola dell’ossigeno.