Struffoli: il tradizionale dolce natalizio proposto dalla pasticceria La Dolceria di Ottaviano

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Nella foto da destra Marigliano Speranza e Rosaria, Catapano Riccardo, il pasticcere Pagano Massimo, Barayac Cristina e Catapano Daniele

In Campania, ed in particolare a Napoli, gli Struffoli, sono il più tradizionale dei dolci natalizi. Una bontà dal sapore unico che come un marchio di fabbrica contraddistingue il sapore delle feste made in Partenope. Eppure non è altro che un impasto di acqua e farina, con l’aggiunta poi di tanto miele. Niente di più semplice, eppure tanto famoso. Ma il segreto del successo di questo dolce sta proprio nella sua semplicità e nelle sue radici che affondano in millenni di storia umana. Tanto che lo possiamo considerare l’antenato di tutti i dolci. Una delle prime delizie che l’umanità ha conosciuto mettendo insieme questi tre elementi: farina, acqua e miele. Almeno per quanto riguarda i popoli mediterranei, che senz’altro si possono identificare con la civiltà del grano. Cerale da cui si produce la farina bianca che da vita al pane, alla pizza, alla pasta e sta alla base di quasi tutti i dolci. E con la farina già gli antichi greci si deliziavano a preparare palline(strangulos) che inondavano di miele. Gli etimi “strangulos (arrotondato) e “pristos” (tagliato) stanno alla base della parola struffolo; ma soprattutto alla base di “strangulaprevete” gli gnocchi che sono tagliati e arrotondati allo stesso modo. Molto probabilmente essi arrivarono in Italia con la fondazione di Partenope da parte dei greci e da allora sono il dolce più napoletano che c’è. Essi compaiono nei primi ricettari intorno al 1600 ed erano preparati con lo strutto, grasso nel quale venivano pure fritti. Gli altri ingredienti da secoli sono sempre gli stessi: farina, uova, aromi, miele e frutta candita. E’ cambiato solo l’elemento grasso. Lo strutto oggi è sostituito dal burro o dall’olio d’oliva; ma c’è anche chi usa quello di semi. E come per tutti i piatti popolari, a parità di ingredienti, esistono mille versioni. Ogni casa, ogni pasticceria, ogni ristorante ha la propria personale interpretazione. A parte che da alcuni decenni è nata una versione che li vede cotti al forno anziché fritti, quello che ne cambia sapore e bontà è l’aggiunta o la modifica di qualche piccolo ingrediente. Spesso queste modifiche sono il segreto da custodire gelosamente e che dona quel gusto particolare che li rende diversi dagli altri. Chi usa frutta candita chi semplicemente scorzette di agrumi freschi, chi mette meno zucchero, chi aromatizza con anice chi con altri liquori, chi usa un miele particolare e chi ancora li serve tiepidi. Insomma esiste una tradizione radicata e allo stesso tempo variegata di questa particolare delizia che caratterizza le nostre tavole natalizie. Una tradizione che passa anche per le pasticcerie artigianali come La Dolceria di via Di Prisco ad Ottaviano, dove la famiglia Catapano da un trentennio propone il gusto semplice e genuino di tante dolci bontà. Qui il bravo pasticcere Massimo Pagano propone una versione classicissima degli struffoli, preparati con le antiche ricette dei suoi maestri.