Piatti intramontabili. Il risotto alla pescatora: un capolavoro della gastronomia italiana.

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Nella foto gli chef storici del ristorante Antica Trattoria di Sorrento, Antonio Spasiano e Antonino Maresca, con il loro Risotto alla Pescatora

Un grande classico per tutte le stagioni. Un piatto intramontabile. Una pietanza che resiste nei menù di trattorie e ristoranti blasonati a dispetto delle mode. Ed anche a casa continua ad essere una prelibatezza da preparare nelle occasioni speciali o per rendere piacevole una giornata uggiosa. Il risotto alla pescatora è infatti un ever green della tradizione marinara del bel Paese. Ma che cosa è il sugo alla pescatora? La grande enciclopedia della gastronomia curata dall’Università di Pollenzo recita: “alla pescatora è un termine generico che si riferisce di solito a condimenti per pasta (linguine o bavette) o riso costituiti da frutti di mare, molluschi e piccoli crostacei cotti in un sugo di pomodoro con aglio e basilico”. Ma dietro a quella che sembra una semplice e asettica enunciazione accademica c’è molto di più. C’è tutto un mondo di sapori e profumi che fanno del risotto alla pescatora un maestoso, complesso ed importante piatto della cucina mediterranea. Soprattutto al sud. Da noi il risotto alla pescatora non prevede solo qualche mollusco e piccoli crostacei. Da noi prevede tutto quello che di meglio dona il mare in termini di molluschi (polpo, calamaro, seppia, totano)  e crostacei come gamberi, mazzancolle, granchi, scampi, chele di astice comprese. Oltre ovviamente a tutti i tipi di frutti di mare, taratufi, vongole, lupini e  fasolare  con le cozze a capeggiare la lista. Ed in più è quasi sempre bianco o appena macchiato con qualche pomodorino, possibilmente del piennolo e  l’immancabile prezzemolo. Del resto questo particolare e ricco sugo non va a nozze con un ingrediente qualsiasi; ma con un nobile elemento simbolo di vita e di intere civiltà.  Come il grano nell’area del Mediterraneo, il riso in tutto l’oriente è sempre stato la più importante fonte di sostentamento, diventando così l’immagine del cibo quotidiano e della cultura orientale a tavola. E da li, già presente circa 9mila anni fa, ha conquistato il mondo. Oggi si contano oltre centomila varietà della pianta cerealicola che fornisce un infinito assortimento. Solo in Italia, che ha iniziato a produrlo intorno al 1500, si contano centinaia di varietà e tanti nomi contraddistinguono il riso coltivato nel nord Italia. In cucina, invece, il riso ha fatto la fortuna di tanti piatti regionali. Gli arancini in Sicilia, il risotto a Milano, il Sartù di riso in Campania, ed appunto il risotto alla pescatore in tutte le zone costiere  dell’intera Italia. Un successo che ha una valenza maggiore nel Paese cha ha per simbolo la pasta fatta con la farina di grano. Ma anche un Paese che ha saputo, nella sua lunga storia, contaminarsi con altri popoli, altre culture ed altre cucine facendo nascere, grazie alla fantasia ed alla immensa varietà di prodotti, dei veri e propri capolavori gastronomici apprezzati nell’intero pianeta.